Lettera a Papa Francesco
Don Emanuele Personeni - Venerdì 11 febbraio 2022
Papa Francesco, da cristiani di alcune comunità
parrocchiali, laici e preti, ti raggiungiamo con questa lettera quale segno
della nostra partecipazione alla tua premura pastorale nei confronti della Chiesa
e dell’umanità intera.
Siamo consapevoli che il tuo video appello alla
vaccinazione come “atto d’amore” é stato possibile in virtù delle informazioni
che all’epoca le autorità sanitarie possedevano circa l’efficacia e la sicurezza
dei vaccini anti-covid. Non possiamo nasconderci tuttavia che nel corso degli
ultimi mesi il quadro pandemico sia profondamente mutato e che la vaccinazione
di massa non sia riuscita nell’intento di immunizzare dal contagio. Non é un’accusa,
é un dato di fatto. Non solo.
Gli effetti collaterali da vaccino attestati dagli
organismi di vigilanza americani, europei e italiani hanno raggiunto livelli
tali da spingere organismi tecnico scientifici indipendenti a suggerire la
necessità di una ri-valutazione della strategia vaccinale complessiva,
soprattutto presso la popolazione giovanile e adulta.
Abbiamo deciso di scriverti papa Francesco perché
constatiamo che le politiche attuate in Italia continuano invece imperterrite
sulla strada intrapresa all’inizio, quella della vaccinazione indiscriminata.
Quel che amareggia di più é constatare che la
stragrande maggioranza delle reti televisive e dei giornali continuino a relegare
le narrative divergenti, anche quando fondate sui dati, nel recinto delle teorie
cospirazioniste e anti-scientifiche.
Non é questo il luogo dove entrare nel merito di un
simile dibattito. In questa sede ci interessa parlare con te dello spirito con
cui oggi un cristiano dovrebbe risolversi circa la scelta di vaccinarsi o no. In
particolare vorremmo capire in che modo interpretare oggi il tuo invito alla vaccinazione
quale atto d’amore. Se presso molti preti e vescovi queste tue parole sono
l’argomento principale per incoraggiare energicamente la campagna vaccinale,
presso altri cristiani sono risuonate come un giudizio e hanno aperto un
dissidio interiore che chiede di essere illuminato.
Sarà stato l’utilizzo strumentale delle tue parole
compiuto dai media ma di fatto quelle parole hanno portato molti a considerarsi
in diritto di trattare ogni dubbio e resistenza alla vaccinazione come segno di
irresponsabilità ed egoismo.
A noi pare improponibile l'equazione “vaccinazione=amore”
nella misura in cui genera di riflesso l’equazione opposta “non-vaccinazione = egoismo”.
Tu cosa pensi? Avremmo bisogno Papa Francesco che, con parole semplici, ci
aiutassi ad andare in profondità, tutti, vaccinati e non, per ritrovare un pò
di verità e un pò di umanità tra di noi.
Ecco, l’umanità. Lo stigma gettato addosso a coloro che
non si sono vaccinati ha generato nel cuore di questi ultimi (anche nelle
parrocchie) sentimenti di marginalizzazione e di colpa che intrecciati a quelli
del giudizio hanno creato lacerazioni interiori che fanno male all’umanità
comune perché fanno male alla fraternità. I provvedimenti delle autorità civili
hanno assunto da diverso tempo profili francamente persecutori e ricattatori,
del tutto incompatibili con la Costituzione, figuriamoci col Vangelo:
- Pensiamo al disprezzo sparso quotidianamente
contro chi ha scelto di non vaccinarsi per timore di reazioni avverse.
- Pensiamo all’esclusione dalla vita sociale
di persone sane nonostante siano in possesso di dispositivi di protezione.
- Pensiamo alla decisione di sanzionare la
disobbedienza all’obbligo vaccinale surrettizio con la sospensione dal
lavoro e dallo stipendio.
- Pensiamo alla proposta di alcuni medici e
politici di curare solo pazienti vaccinati con tre dosi, escludendo dalle
cure i non vaccinati. E si potrebbe continuare.
Non possiamo nasconderci il fatto che anche i
regolamenti attuativi decisi dalle diocesi in ottemperanza ai provvedimenti governativi
hanno contribuito, a modo loro, ad alimentare in parrocchia queste divisioni
esacerbando i sentimenti che le accompagnano.
La loro applicazione letterale ha finito per diventare
in talune parrocchie la cosa più importante da garantire, anche più del legame
fraterno, più della misericordia, più del rispetto. Le cose non avrebbero dovuto
andare così.
Ciò che adesso ti chiediamo, Papa Francesco, é in che
modo attraversare questa situazione imparando qualcosa. E cosa soprattutto? La
tua parola per noi è importante. E in ogni caso lascia il segno. Sappiamo che
il peso che porti é grave. Per questo vogliamo dirti la nostra vicinanza e
assicurarti la nostra preghiera.
Don Emanuele Personeni, della diocesi di Bergamo.
Vi invito a leggere le due lettere.
1. Lettera a Papa Francesco
2. Lettera ai cristiani delle parrocchie e ai loro pastori
Se volete potete sottoscrivere la lettera al Papa qui sotto cliccando su questo link
Anch'io ho mandato questa lettera al Papa. Una bellissima iniziativa; riflette il cuore di Dio.
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