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giovedì 28 novembre 2019

La Cultura del Regno


The Kingdom Culture
Hyung Jin Moon – 1 maggio 2016        
Oggi parlerò della “Cultura del Regno”. Esamineremo Matteo19. Ci sono alcune cose da esaminare qui. Ci sono due storie importanti dove Gesù parla del regno. Iniziamo con la prima. La conoscete tutti. Leggiamola insieme.
Matteo 19:1-14 1Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. 2E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati. 3Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». 4Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? 6Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi». 7Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?». 8Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. 9Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di fornicazione, e ne sposa un'altra commette adulterio». 10Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla moglie, non conviene sposarsi». 11Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». 13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. 14Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli».
Questa è una parabola sul regno molto misteriosa, perché alcuni farisei vanno da Gesù e gli fanno delle domande sul divorzio e l’adulterio, e Gesù risponde: «Non avete letto - naturalmente sappiamo che si sta riferendo alla Torah, l’Antico Testamento - che da principio Dio, il Creatore, li creò maschio e femmina?».
Questo è molto interessante. Quando parliamo del regno dei cieli che, come abbiamo spiegato da diverse settimane, è il vangelo, è importante che guardiamo queste parabole e gli insegnamenti che Gesù dà sul regno, in un contesto nazionale. L’interpretazione cristiana tende a vedere queste parabole a livello individuale, ma Gesù non sta parlando dell’individuo, sta parlando di un regno, cioè di una nazione. È un livello nazionale. Negli ultimi sermoni abbiamo esaminato e studiato le parabole di Gesù: che si trattasse della parabola del seminatore, della parabola del lievito, delle reti, o qualunque cosa fosse, abbiamo esaminato queste parabole nel contesto del regno o del livello nazionale. Questo vi aiuta a contestualizzare quello che stiamo facendo? Se guardiamo questo caso alla luce della Costituzione della Cheon Il Guk, vediamo che anche la Costituzione della Cheon Il Guk rispetta i tre Principi principali che il Padre ha detto devono essere osservati nella costituzione.   
La Costituzione della Cheon Il Guk
Il primo principio è “Mantenere il lignaggio puro di Dio”.
Essendo stata stabilita da Dio la divisione dei sessi, in cui l’uomo è il partner soggetto e la donna è il partner oggetto, il Congresso non approverà nessuna legge che contraddica questo decreto divino.
Essendo il matrimonio fedele fra un uomo e una donna l’ideale di creazione di Dio, il governo della Cheon Il Guk non approverà nessuna legge che interferisca o contraddica questa legge divina. Essendo il concepimento dei figli il frutto di un matrimonio fedele, il Congresso non approverà nessuna legge che permetta di recare danno a tutte le persone nate o nasciture [feti]. Essendo l’astinenza sessuale prima del matrimonio la condizione ideale per i novelli sposi, il Congresso non approverà nessuna legge che sostenga o aiuti modi di vita alternativi».
Questo è il principio numero uno della Costituzione della Cheon Il Guk. Il primo principio, come ha detto il Padre, è “mantenere il lignaggio puro di Dio”, e anche la struttura ideale della famiglia che Dio ha dato.
La struttura della famiglia e l’abuso di minori
Ora conosciamo i dati sulle strutture sociologiche. Questo è un grafico che confronta la struttura della famiglia e le percentuali di abuso di minori, di cui abbiamo parlato in studi precedenti. A sinistra ci sono le percentuali di abuso di minori gravi, mentre a destra ci sono le percentuali moderate.
Guardiamo la percentuale moderata. Tra i genitori biologici sposati, abbiamo un’incidenza di circa 4 casi su 1000 bambini. Se paragonate questo dato sulla destra, dove c’è un genitore single con un partner che non è il genitore biologico, vedete che i casi di abuso di minori salgono alle stelle. C’è una disparità enorme. Qui l’abuso di minori è molto grave e violento, mentre tra i genitori biologici sposati la percentuale è 2,6. I genitori biologici sposati sono di gran lunga il posto più sicuro per i bambini. Per quanto riguarda la società, è molto importante avere un luogo sicuro dove i bambini possono crescere, assorbire la cultura di quella nazione e diventare delle persone produttive, che servono gli altri. Quando paragonate questo con i genitori single con un partner, la percentuale degli abusi di minori sale al 20,8; c’è letteralmente un balzo di dieci volte nella differenza di sicurezza.
Riflettete: se poteste vivere in un luogo piuttosto sicuro, oppure in un altro posto che è dieci volte più pericoloso, quale scegliereste? È come se doveste comprare una casa. Potreste comprarla in un quartiere che è relativamente sicuro o potreste comprarla in un altro quartiere dove c’è una percentuale di omicidi dieci volte più alta. Queste case hanno lo stesso prezzo, sono uguali in tutto. Quale scegliereste? In questo contesto è piuttosto ovvio.
Ma anche nel contesto della società è critico, è molto importante. Ad esempio, se guardate l’attuale struttura americana, vedete che il governo federale si intromette nel matrimonio: sta sostenendo i modi di vita alternativi con i soldi dei contribuenti. Cosa significa? Usa la coercizione per trarre fondi dalle popolazioni che non vogliono sostenere queste cose obbligandole con la forza, per poi ridistribuire quel denaro nei progetti che vogliono loro: stili di vita alternativi che sono contro la maggioranza delle persone che pagano le tasse. Capite?
Così nella Cheon Il Guk questo genere di cose sono illegali, sono proibite. Nel regno sono proibite, non sono permesse. Vediamo che questo ha un impatto enorme sulla società. È interessante come Gesù risponde a questa domanda riportandoci all’inizio della creazione. Notate come Gesù prosegue dicendo: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non era così». Gesù parla del divorzio in caso di fornicazione, in questo caso il divorzio è permesso. E questo è in accordo anche con la tradizione del Padre. Così quando dall’estero ci domandano cosa fare se c’è una situazione che non funziona, che è completamente rovinata, a quel punto seguiamo la tradizione del Padre; ossia, se si tratta di un caso di adulterio o se non c’è nessuna linea di sangue, cioè se le persone non possono avere figli, allora in questi casi il Padre permetterebbe il divorzio.
Gesù naturalmente chiarisce questo punto, ma guardate qui. I discepoli gli dicono: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla moglie, non conviene sposarsi». Cioè se non possiamo divorziare, allora è meglio non sposarsi. Allora Gesù dice: «Non tutti possono capirlo, solo coloro ai quali è stato concesso». Così parla dell’insegnamento che ha appena dato riguardo l’adulterio, su come all’inizio l’uomo e la donna furono creati da Dio etc., etc., ma poi entra in questa parte molto misteriosa, perché parlando della questione del divorzio, all’improvviso salta a parlare degli eunuchi: «Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». E i discepoli rimangono perplessi: “Che cosa dice? Cosa sta dicendo sugli eunuchi?” È molto difficile da capire.
Questo punto è interessante e penso che dobbiamo esaminarlo di nuovo. Gesù sta parlando del regno. Ora il nostro cervello normalmente vorrebbe interpretare questo a livello individuale, ma Gesù sta parlando del regno, perciò dobbiamo rimanere concentrati sul livello nazionale. La parola “eunuco” viene dalla parola greca ενουχίζω, che significa evirare, o castrare. Questo è interessante, perché quando Gesù parla degli eunuchi, se guardiamo la storia degli eunuchi in particolare in questo tempo dell’impero romano, gli eunuchi erano creati per degli specifici scopi sociali, specialmente per fare da schiavi o per servire. Se erano assunti da Cesare venivano resi eunuchi, e così stavano nel palazzo ma non potevano trastullarsi con le donne di Cesare. Perciò erano ridotti in quel modo. E qual era il loro ruolo sociale?  Erano dei servi.
Questo è un punto molto importante, perché quando sentiamo questa affermazione di Gesù, non la colleghiamo ad un sistema di governo o a una nazione. Ricordate la settimana scorsa quando abbiamo parlato di Matteo 18 e abbiamo visto la parabola del re che punì quel servo malvagio? Ricordate, il re gli aveva condonato un debito di mille talenti, ma poi quel tizio non era stato capace di perdonare un debito di 200 denari. Mia moglie ha fatto uno studio, un talento vale 6000 denari. Potete capire perché il re era così arrabbiato. In pratica aveva condonato al servo un debito enorme. Qual era il prezzo di uno schiavo? Mille talenti. Il prezzo di mille talenti attualmente corrisponde a tre milioni di dollari. Quindi è un grosso debito da perdonare. Il re condona quel debito, ma poi il servo se ne va e non sa neanche perdonare un debito di duecento denari. Abbiamo esaminato questa parabola nel contesto del livello nazionale e abbiamo visto che il re è un cittadino. Vedete, la Cheon Il Guk è un regno alla rovescia. Il cittadino è un re, ha tutti i diritti dei re sovrani: ha il diritto della sovranità, ha il diritto del territorio, ha il diritto di non essere tassato, ha il diritto di portare armi per proteggere il suo regno.
La Cheon Il Guk, il regno di Dio, è dunque veramente un regno di re, ed è tenuto insieme dal patto, dalla costituzione data dalla regalità che Cristo stabilisce nel mondo fisico. “Venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra”. Così, quando guardiamo il contesto di un eunuco, chi è l’eunuco? È un servo che è stato evirato. Questo è molto importante, perché cosa dice il principio riguardo il maschile e il femminile? Chi è nella posizione di soggetto? Il maschile. Perciò l’eunuco è un servo che è stato evirato, e questo significa che non può diventare il soggetto. Capite? Se siete un servo che è stato castrato, per voi è impossibile diventare cosa? Il partner soggetto. Ora, nel regno chi è il servo? Non sono i cittadini. I cittadini sono nella posizione di re. Chi sono i servi? Sono i funzionari del governo. Le persone che lavorano per il governo della Cheon Il Guk, che non può superare il dieci per cento del PIL, perché è illegale, sono i servi pubblici.  
Tutto questo concetto degli eunuchi è molto importante nel contesto della nazione, perché qual era il problema dell’arcangelo? Chi avrebbe dovuto essere? Avrebbe dovuto essere il servo che non prende la posizione di soggetto. Era un servo che non doveva essere il soggetto. In altre parole era una sorta di “eunuco spirituale”; doveva rimanere un eunuco spirituale. Capite? Così nel regno ricordate che se siete dei politici dovete lo stesso guadagnarvi da vivere; se siete eletti e servite bene il vostro popolo, potete fare un ottimo lavoro, potete fare un sacco di cose buone. Perciò non è vero che nella Cheon Il Guk tutti i politici sono persone malvagie. Ci sono tanti controlli e contrappesi su di loro, e il gruppo degli elettori in ciascuna Camera dei Rappresentanti è solo di 2100 persone, un numero molto piccolo. Perciò i politici sono veramente costretti ad essere responsabili, ad essere onesti, persone di integrità e di carattere, che servono veramente la loro comunità; così possono guadagnarsi da vivere facendo i politici.
Alcune persone nascono dal grembo della loro madre per essere dei servi. Qualcuno nasce per essere nella posizione di un servo, per essere un politico nella Cheon Il Guk, per servire la gente; è castrato nel senso che capisce che non sarà mai il soggetto sul popolo. La posizione di soggetto significa che è il sovrano del suo popolo. Dovrà servire il suo popolo. Alcuni saranno fatti eunuchi: ci sono persone che saranno avviate alla carriera politica; è la scelta di una carriera e alcuni decideranno di candidarsi alle elezioni. Ricordate, la Cheon Il Guk è un regno, è un posto reale dove vivono le persone. Alcuni decideranno: “Mi candiderò per la carica, mi voglio candidare”. Ma qual è la natura del ruolo di servo?  È veramente nella posizione di un eunuco, qualcuno che serve ma non oltrepassa il confine del rapporto soggetto/oggetto. Capite?
Ora, quando guardate questo nel contesto della Costituzione della Cheon Il Guk e del ruolo che svolgono i funzionari pubblici, potete vedere di quale regno stava parlando Gesù. Vedete come questo è collegato alla stabilità sociale, quando i politici stanno nella giusta posizione di servi e sono castrati; non sono castrati fisicamente, ma sono eunuchi nel senso che la Costituzione proibisce loro di oltrepassare il limite e cercare di diventare il soggetto. È chiaro? Ora, quando guardiamo questo nel contesto della Costituzione della Cheon Il Guk, tutto comincia ad avere un senso. Possiamo vedere quello di cui parla Gesù da un punto di vista diverso, non vedere le cose solo a livello individuale, ma guardarle dal livello nazionale con la Costituzione. Poi Gesù prosegue raccontando un’altra storia. Anche questa è molto famosa. Sono sicuro che la conoscete tutti. Leggiamola.
Matteo 19:16-28 16Ed ecco, un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro buono, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?» 17Ed egli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non uno solo, cioè Dio. Ora, se tu vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». 18Egli gli disse: «Quali?» Gesù allora disse: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, 19onora tuo padre e tua madre e ama il prossimo tuo come te stesso». 20Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza; che mi manca ancora?» 21Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». 22Ma il giovane, udito questo parlare, se ne andò rattristato, perché aveva molte ricchezze. 23Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico che un ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli. 24E ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Quanti hanno sentito questa storia? È un’affermazione molto forte. Così quando sentiamo questa parabola, subito pensiamo: “Immagino che le persone ricche non possono stare nel regno”. Oppure: “Essere ricchi è una brutta cosa”. La prendiamo immediatamente sul piano individuale, mentre Gesù di cosa sta parlando? Sta parlando del regno dei cieli. Sta parlando del livello nazionale. Sta parlando del regno e fa l’esempio di questo giovane. È molto interessante capire chi è questo giovane. Gesù dice: «Va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. Udito questo, il giovane se ne andò rattristato, perché aveva molte ricchezze».
Cerchiamo di capire il contesto del mondo in cui viveva Gesù. In che modo un uomo acquisiva grandi possedimenti nell’antica Roma? Era grazie al libero mercato, perché serviva le persone, creava innovazioni e tutte quelle cose meravigliose, serviva aiutando la vita delle persone? È così che si ammassano grandi proprietà e ricchezze nell’impero dell’oligarchia? No. Non è così che accumulate la ricchezza. Diventate ricchi facendo parte della struttura dell’élite. 
In ogni epoca e periodo storico, in che modo diventavate veramente una persona con grandi possedimenti? Allineandovi all’establishment, ottenendo quei benefici e collegandovi a quegli oligarchi e, se tutto va bene, potevate diventare un oligarca. Non è così? Allora pensate a questo nel contesto del livello nazionale. Quando Gesù dice che un ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli, parla di quest’uomo, che è molto giovane ed è straordinariamente ricco. A quel tempo diventavate straricchi associandovi agli oligarchi. Ricordate il contesto? È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno dei cieli. Lasciate che vi faccia una domanda. Un oligarca, che possiede un paese, che ha una grossa parte di quel paese, un paese comunista, rinuncia facilmente al suo potere? Rinuncia facilmente a quelle proprietà e a quella ricchezza? Decide: “Sì, voglio aiutare a costruire il regno, voglio liberare queste persone, smettere di monopolizzarle e di sfruttarle, perciò darò via tutti i miei possedimenti e seguirò il Signore Darò via tutto ciò che possiedo, tutto il mio potere, la ricchezza della mia famiglia e il nostro stato oligarchico; noi possediamo l’80% del paese, ma io darò via tutto e libererò le persone”?   
Com’è difficile far questo per quel tipo di oligarca! È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per quel tipo di famiglia o di persona rinunciare a ciò che ha per amore del regno, per amore di Dio, per seguire Dio e costruire il Suo regno. È chiaro? Così, quando guardiamo questo anche nel contesto di quello che sta succedendo con la Family Fraud, potete vedere che la maggioranza dei suoi leader è finita proprio nei panni di questo tizio! Sono finiti nella situazione di questo oligarca. “Quello a cui dobbiamo rinunciare sarà così grande. Anche se il Padre ha consacrato il suo successore, anche se ha consacrato la sua regalità, anche se noi stiamo proclamando la vera Costituzione della Cheon Il Guk, no, non si può accettare. È troppo difficile, è troppo. Io devo rinunciare a troppe cose per entrare in quel regno. Creiamo un “Consiglio Supremo!”
È così difficile per questi tipi di ricchi entrare nel regno perché non vogliono veder prosperare l’uomo comune. Storicamente il nemico delle élites è sempre stata la classe media. Le élites non vogliono veder prosperare la gente normale. Questa è la natura dell’oligarchia, la natura dei regni di Satana. Per questo tipo di persone è esattamente quello che ha detto Gesù: farli entrare nel regno è difficile come infilare un cammello nella cruna di un ago. È molto difficile. Possiamo vedere questo a livello individuale, magari lo possiamo interpretare individualmente. Ma noi lo guardiamo a livello nazionale, capite? A livello nazionale possiamo vedere il problema che hanno gli oligarchi. Possiamo vedere il problema che hanno quelli che possiedono i regni del mondo, che adorano il dio mammona. Non riescono a liberarsene.
Se guardate partendo dalla Madre Han, i membri della famiglia, tutti quelli che si stanno prostituendo, le 36 coppie, i leader, sapevano che era sbagliato ma sono rimasti lì per i soldi e il potere, per quegli stupidi soldi falsi, quella cartamoneta, per far parte dell’élite, proprio come quel giovane che se ne andò addolorato e disse: “Io ho osservato tutti i comandamenti. L’ho fatto”. Guardate quei leader, guardate le 36 coppie, che cosa hanno detto? “Io ho seguito il Padre per 50 anni. Ho osservato tutti i comandamenti. L’ho fatto”. Allora cosa dice Gesù? Dice: “Va bene, se vuoi essere perfetto, vai, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri. Avrai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi”. Andate a seguire i miei figli, Caino e Abele, andate nel deserto. Siate perseguitati e odiati da tutti. Andate a seguirli. E cosa hanno fatto? – «e il giovane se ne andò rattristato, perché aveva molte ricchezze».
Vedete il problema? È questo che succede con gli oligarchi. Gli oligarchi non rinunceranno mai ai loro regni satanici, non ci rinunceranno mai. Che cosa occorre? Occorre che ritorni il Re dei Re. Ora guardate qui. [prosegue la lettura del brano di Matteo]:  
Matteo 19:25-30 25 All’udire ciò, i suoi discepoli furono grandemente sbigottiti e dissero: «Chi dunque può essere salvato?» 26E Gesù, fissando lo sguardo su di loro, disse: «Per gli uomini questo è impossibile, ma a Dio ogni cosa è possibile». 27Allora Pietro gli rispose dicendo: «Ecco, noi abbiamo abbandonato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?» 28Gesù disse loro: «In verità vi dico che nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo siederà sul trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito siederete su dodici troni, per giudicare le dodici tribù di Israele. 29E chiunque ha lasciato casa, fratelli, sorelle, padre, madre, moglie, figli o campi per amore del mio nome, ne riceverà il centuplo ed erediterà la vita eterna.30Ma molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».  
Gli oligarchi non rinunciano al regno. Rimangono aggrappati al loro potere; ma Gesù disse che nella nuova creazione, quando il Figlio dell’Uomo siederà sul suo trono, quando sarà stabilita la regalità e la Cheon Il Guk, anche voi siederete su dodici troni. È interessante che nella Cheon Il Guk la Corte Suprema ha dodici giudici che sono nominati dal trono, dalla regalità. E questi giudici giudicano le dodici tribù di Israele. Notate che, persino la gente comune, chiunque ha abbandonato case, fratelli, le cose, la terra - Gesù non dice solo la famiglia, gli amici, i rapporti - ci mette anche i campi, le case, i beni materiali. Non è interessante? Le persone che hanno abbandonato questo per il Suo nome riceveranno cento volte tanto, perché potranno entrare nel regno. Potranno entrare nel regno in cui gli oligarchi non possono entrare. Capite? Avranno accesso al regno. Gli oligarchi si aggrappano ai regni satanici, ma le persone che soffrono per il Suo nome anche se temporaneamente stanno soffrendo e attraversano avversità, quando il trono sarà eretto nella Cheon Il Guk, queste persone che hanno lottato per il Suo nome erediteranno il centuplo e la vita eterna. Riceveranno le benedizioni del regno. Non solo faranno parte della storia, non solo parteciperanno alla creazione della storia, non solo saranno gli eroi che si spingono avanti e perseverano attraverso la sofferenza, la persecuzione e tutte quelle cose nel nome del Signore, ma saranno anche benedetti nel regno.
Noi sappiamo che la vita eterna non significa solo la vita individuale. Quando la guardate in termini del lignaggio, significa la vita eterna attraverso il lignaggio di Dio, ossia attraverso i nostri discendenti per prosperare in quella nazione. Le lotte che dobbiamo combattere non sono solo per noi stessi in questo tempo, sono anche per i nostri discendenti che sono la continuazione della nostra vita, la vita eterna nel regno che deve venire nel mondo fisico. Quando guardiamo questo contesto, e vediamo le parabole di Gesù sul regno nel quadro della Costituzione della Cheon Il Guk e del livello nazionale, vedete come diventano vive? Diventano vive e noi possiamo vedere il regno. Il regno è visibile.
Leggiamo insieme questo passo della Cheon Seong Gyeong
Cheon Seong Gyeong pag. 793 “Tutto il mondo si trova di fronte alle stesse condizioni e modelli di corruzione nel dominio della vita, dell’amore e del lignaggio. Tutto è immerso nella stessa degradazione. Perciò potete restare entro i confini del regno dei cieli sulla terra se sapete rinunciare a tutto ciò che il vostro corpo desidera nel dominio satanico e muovervi totalmente nel dominio della vostra coscienza. “Così potete ottenere i diritti liberi che portano alla nazione di Dio infinita e senza confini, il mondo del regno dei cieli sulla terra e nel mondo spirituale”.

Ricordate quel giovane? Gesù gli disse di rinunciare ai suoi desideri terreni. Rinunciaci, getta via tutto e seguimi. Fai la cosa giusta! Aiutami a costruire il regno di giustizia; non attaccarti ai tuoi stupidi beni che ti sei procurato attraverso il furto, lo sfruttamento e la coercizione. Non tenerli stretti. Lasciali andare, ed entra totalmente nel mondo della tua coscienza, la legge di Dio scritta nei nostri cuori.    
Quando pensiamo al regno di Dio c’è gioia! Quando pensiamo al regno, è un luogo dove vivranno i nostri discendenti. Siamo negli Ultimi Giorni. Più di ogni altra cosa siamo benedetti con la visione del regno. Possiamo vedere il regno. Le parole di Gesù balzano fuori dalla pagina e possiamo vedere la nazione in cui vivremo; lì avremo la vita eterna, siederemo con Lui, i nostri discendenti vivranno in quel regno fisico. Perciò è importante per noi ritornare alla radice. Rendiamo lode, gloria e onore al Padre che vuole che noi viviamo in quel regno. Amen.


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