mercoledì 9 agosto 2023

Testimonianza di Lesa Ellanson

Testimonianza di Lesa Ellanson

Febbraio 14, 1954 - Settembre 14, 2019

19 luglio 2019

[Casualmente ho ritrovato questa testimonianza già tradotta da Lucia]

Preghiera di Greg Noll. (Stretto aiutante del 2nd re, Hj Sean Moon)

Amatissimo Padre Celeste,

Come siamo fortunati e grati di essere in mezzo alla Tua presenza, nell’abbraccio e nell’amore dei nostri Veri Genitori nel mondo spirituale e del nostro Signore Gesù Cristo. Attraverso il loro sacrificio di sangue, Padre, noi ci troviamo nella posizione più fortunata, ad essere redenti e santificati davanti a Te, anche se siamo pieni di peccato. Abbiamo una storia di peccato, abbiamo la natura caduta che scorre attraverso il nostro sangue, ma per mezzo della grazia dei Veri Genitori, abbiamo potuto essere liberati. Padre, non siamo più schiavi del peccato, ma possiamo stare nella posizione di Tuoi figli e figlie, di re e regine dinanzi al cielo e alla terra.

Padre Celeste, preghiamo di poter venire davanti a Te stasera con un cuore ed una mente aperti a ricevere le Tue parole stasera, attraverso questa nostra preziosa sorella, Lesa Ellanson. Preghiamo che attraverso la sua vita con Gesù che è ritornato, lei possa condividere questi gioielli della sua esperienza che pochissime persone sono state abbastanza fortunate da sperimentare.

Padre, fa che questo sia registrato per tutta la storia umana. Per migliaia di anni a venire, questa testimonianza continuerà a vivere anche dopo che la nostra vita fisica sarà finita e ispirerà le generazioni future a sapere che Cristo che è tornato era vivo e il suo erede e successore sta portando avanti il suo lavoro e, attraverso i re successivi che seguiranno, il Tuo regno sarà stabilito una volta per tutte. I regni satanici crolleranno e Tu sarai il centro della nostra vita.

Grazie Padre per tutto quello che hai fatto, per tutti i sacrifici che hai fatto, e per questo tempo in questo momento in cui viviamo. Padre, Ti prego, parla attraverso Lesa. Siamo grati, di essere fra i pochi che possono sentire questa testimonianza e preghiamo perché Tu sia presente qui, e perché gli angeli del Cielo siano qui, a pulire e purificare l’atmosfera.

Grazie Padre; siamo grati. Offriamo tutto a Te, riportandolo nel nome della famiglia Noll e di tutte le famiglie benedette centrali qui riunite.

Aju! (Aju!)

Lesa Ellanson:

Wow! Onestamente parlando, questo è veramente un onore per me! Quando Gregg mi ha chiesto di fare questo, ero sorpresa: “Davvero?” Ad ogni modo vengo subito al punto. Penso che tutti ricordino la prima volta che hanno visto o incontrato il Vero Padre, che evento cosmico è stato. Il primo incontro che ho avuto con il Padre è stato a Barrytown; era il maggio 1974, due settimane dopo che avevamo concluso l’acquisto della proprietà. Sono sicura che tanti di voi che, erano presenti a quel tempo, ricordano la raccolta fondi per comperare East Garden, Barrytown e persino Belvedere. Eravamo fuori a piangere per quei posti – e anche questo è un onore.

Immediatamente, quando entrai nel movimento, la prima cosa che feci fu rinunciare alla mia cavalla. La misi in una stalla. Lasciai un biglietto dicendo che me ne andavo a fare la missionaria: “Prendetevi cura di Penelope, goodbye! “E non la rividi più. Questo mi fece male, perché era la cosa più preziosa per me a quel tempo.

Ad ogni modo, quella sera tornai dalla raccolta fondi e il direttore del mio centro mi disse che Mr. Kamiyama aveva comprato dei cavalli per i Veri Figli e che io sarei andata a Barrytown, e avrei insegnato loro a cavalcare, cosa di cui io stessa non sapevo ancora nulla. Così, fu uno shock perché nella mia mente avevo una visione di come sarebbero stati i Veri Figli, pensavo che avrei lavorato con dei piccoli, amabili, angelici, celesti cherubini venuti da Dio dall’alto dei cieli e che sarebbero stati assolutamente ideali.

Ma ecco il confronto con la realtà! Entro nella scuderia che avevamo a quel tempo – avevamo solo 6 stalle e a quell’epoca avevamo solo tre o quattro cavalli - così la prima cosa che ricordo è che ero in quella stalla a pulire tutto, a rendere la stalla immacolata e naturalmente quando cercate di rendere la stalla immacolata tutti i vostri vestiti non sono come la vostra stalla; vi siete veramente sporcati! Così lavoravo in quello stato e la prossima cosa che sento è: “Blah blah blah blah blah blah” grida e urla, strilli, e penso: “Che diavolo sta succedendo là fuori?” e poi vedo un bambinetto, probabilmente di otto anni, il suo fratellino ed altri due che correvano di qua e di là in quello che rimaneva dei loro pantaloni, mutande, pannolini e cose varie - e gridano, urlano, corrono dentro la stalla, arrivano precipitandosi attraverso la porta e la prima cosa: “Io voglio cavalcare questo; dammi quello là, brahbrahbrah…”e gridano a squarciagola. Dissi: “Sono qui; non dovete urlare!”

Così, mentre preparo i cavalli, li tiro fuori dalle stalle, vado avanti e preparo tutte le loro selle, tutte le loro briglie in modo da prepararli tutti, sento qualcuno che dice: “Oh! Sta arrivando il Vero Padre! Sta arrivando il Vero Padre!” E in quel momento, naturalmente, scatta il panico. Poi, vedo quest’uomo coreano robusto e muscoloso con una camicia fantasia col colletto bianco che a quel tempo andava di moda. Entra nella stalla con le mani in tasca, tira indietro la testa, mi guarda e dice: “Oh! Sei molto sporca!” Avrei voluto seppellire la mia testa in un mucchio di letame! Il Messia! Sono giudicata per l’eternità per come sono sporca!

Da quel momento in poi fu solo un confronto con la realtà dopo l’altro, occuparsi del Padre che si avvicina ad ogni cavallo, lo accarezza sul naso e poi qualcuno dice: “Il Padre vuole andare a pescare!” Così preparo i cavalli; i bambini escono ed io li porto a fare una cavalcata cercando di tenerli tutti insieme; naturalmente ci sono membri dappertutto e, se sapete qualcosa sui cavalli, l’ultima cosa che volete fare è mettere i cavalli davanti a un sacco di persone: li fa andare fuori di testa.

Ad ogni modo, non cavalcarono per tanto tempo perché avevano fame, e li rimettemmo tutti nelle loro stalle. E dicono: “Andremo tutti giù al fiume”. A quel tempo a Barrytown eravamo proprio sull’Hudson. E se andavate sul sentiero di destra, da dove era la scuderia, e camminavate lungo il sentiero, sboccavate in quella che chiamiamo la roccia del Padre. [Lesa mostra una fotografia:] Questa è la roccia che vi mostrerò; questo era il mio posto preferito, perché mi sedevo sempre su quella roccia dietro il Padre. Riuscite a vederla? [Questa sei tu?] Sì sono io. A quel tempo mi ero ripulita un po’ più! Mi sedevo dietro di lui presso la roccia e osservavo alcuni fratelli giapponesi che mettevano i vermi sull’amo, cosa che era orripilante. Perciò ho questo sguardo inorridito sulla faccia.   

Una cosa che ricordo del Padre e me, era che lui si prendeva sempre cura di me. Sentivo sempre come se fosse mio papà, in un modo molto intimo. Non voglio dire che era una situazione miracolosa o qualcosa del genere. Lui semplicemente pensava sempre a quali erano i miei bisogni, e domandava sempre a David Kim come stavo.

Questa è una fotografia famosa che è stata scattata nella sala da pranzo del Padre mentre lui chiedeva a David Kim della mia salute, e in qualche modo interiormente penso che lui sapesse – tutta la mia vita è stata una serie di problemi di salute, ma lui voleva sapere. Mi disse di venire lì e di sedermi accanto a lui e mi chiese cosa non andava nel mio sangue, e diverse cose su di me. Così io lo ricordo sempre che faceva questo; inoltre, quando mi sedevo lì, lui aveva qualcosa con cui picchiarmi. Mi dava sempre un pugno in testa – immagino che fosse “amore coreano”. Se una cosa non gli fosse piaciuto non l’avrebbe toccata. Però quei grossi pugni facevano male. Non illudetevi, non pensate: “Oh, il Padre è così gentile!” Pow! E lo faceva di nuovo. Pow! A un certo punto pensai: “Padre, per favore non colpirmi più!” E lui mi guarda e… pow! Non era servito a niente.

Ad ogni modo la mia missione principale era prendermi cura di questo piccolo bambino coreano di 8 anni, Hyo Jin Nim [guardando la sua foto] e di quel piccolo pony che era una peste; erano perfetti l’uno per l’altro. Erano tutti e due delle pesti, in un certo senso. Era ispirante sapere che qui abbiamo questa visione di questi piccoli, perfetti, angelici cherubini, mentre nulla era più lontano dalla verità. Erano dei bambini che volevano fare tutto quello che potevano per cacciarsi nei guai. Facevano qualsiasi cosa fosse avventurosa, pericolosa o che sembrava puzzare di vita o di morte, loro erano lì. Erano lì!

Il mio lavoro era, stando a cavallo, cercare di stare al suo passo perché non potevate stare al suo passo a piedi o con le motociclette che furono acquistate in seguito; lui si slanciava nei boschi. La cosa che tenevo sempre stretta nel mio cuore, era che il Padre si fidava di me, mi aveva affidato la cura di questi figli. E non era una cosa facile. L’avrei scambiata con qualcos’altro? No! Ricordo che una notte sono tornata a casa con i miei stivali alti, perché cavalcavo all’inglese, ma non ricordo di essermi tolta gli stivali. Ricordo di essermi svegliata svestita e sotto le coperte ma non ricordo come sono arrivata lì.

Così, era sempre un problema quando loro arrivavano; la mia missione era montare in sella e uscire con Hyo Jin Nim. E lui andava veloce! Così gli comprammo un cavallo veramente lento e risolvemmo il problema. Hyo Jin Nim non voleva cavalcare al piccolo galoppo, e pensava: “bang, bang” e voleva cavalcare il mio cavallo, cosa che non sarebbe mai successa perché sapevo che se avessi dovuto correre, avrei potuto acchiapparlo.

Un’altra cosa che mi faceva paura era quando il Padre andava a parlare nel grande auditorio – ricordate? L’avevamo trasformato in un dojo, ma era un grande auditorio – e quello era sempre il momento in cui Hyo Jin Nim decideva di galoppare su e giù per il vialetto d’ingresso quando il Padre stava parlando. Lo decideva sempre in quel momento: “Andiamo!” e io lo dovevo seguire. Se non l’avessi seguito l’avrei perso. Comunque, che avventura!

Non so se conoscete questo fratello, Michel Gorasso; anche lui era responsabile, perché dovete capire che se dovevano andare in bagno lui andava in bagno con loro. Se Hyo Jin Nim voleva andare nella sala da pranzo noi andavamo nella sala da pranzo con lui. Se dovevamo andare da qualche parte, dove lui sarebbe stato da solo, qualcun altro doveva essere con lui. E anche questo era un problema perché Hyo Jin Nim non voleva persone che lo seguissero dappertutto. Questa era una spina nel fianco. Ed io dovevo ribadirgli che, se lui si arrabbiava con noi, era proprio un peccato: “Devo sapere dove sei, e devo sapere chi potrebbe essere in quella stanza ad aspettarti”.

Ricordo bene, tanto tempo fa - questo succedeva nel 1974 e 1975 - il Padre a volte arrivava, guardava i cavalli e ci osservava cavalcare. Ci osservava cavalcare su e giù sul campo da calcio e questo naturalmente faceva incavolare a non finire David Kim; a lui non piaceva quando galoppavamo su e giù sul campo da calcio. “Cosa potevo fare? Lui vuole galoppare su e già per il campo da calcio. Padre, io non posso …”

Una volta Hyo Jin Nim cadde da cavallo, fece una brutta caduta; si rimise in piedi, rimontò a cavallo ed io gli dissi: “Ora sì che sei un cavallerizzo; non sei più un passeggero”. Così questo andò avanti per anni e, come potete vedere, alla fine gli comprammo un cavallo che era in grado di gestire, che poteva stare al suo passo e che era veloce.

La cosa che mi piaceva sul fatto di stare con lui era quando il Padre usciva dalla sala da pranzo, pronto per ritornare a East Garden, ed io potevo vedere come si sentiva, potevo vedere sul suo volto un senso di sollievo che tutti i ragazzi erano di nuovo in macchina, sani e salvi, e lui poteva partire e tornare ad East Garden, senza doversi preoccupare.

Dunque, lui si fidava di me; sentivo che poteva avere fiducia in me e, sapendo che terribile persona del mondo caduto ero, ricevere quel livello di fiducia - non penso di riuscire a esprimerlo a parole, ma ero veramente grata, perché sapevo che poche persone potevano essere considerate affidabili in quel modo. Ed io ero una di queste poche persone, e so di non essermelo mai meritato, così ero veramente grata perché il Padre mi aveva affidato questa responsabilità.

Ad ogni modo, in tutta l’esperienza di essere con il Padre, veramente ogni giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno, (ho tante altre foto che vi potrei mostrare) la cosa principale era, guardando il Padre nel corso degli anni e le pietre miliari che ha stabilito - il Madison Square Garden, lo Yankee Stadium, il Washington Monument - tutte quelle prove che abbiamo dovuto affrontare, con le prove che il Padre ha dovuto superare, io ho sempre sentito che – e non sto giudicando o qualcosa del genere – ma ho sempre sentito che con tutto quello che il Padre ha dovuto sopportare e tollerare - i membri che non erano all’altezza, le persone che non realizzavano quando il Padre si fidava di loro - io mi sentivo così triste che lui riponesse la sua fiducia nelle persone e in qualche modo ogni tanto andava a finire bene, e ogni tanto no.

E vedere i Veri Figli crescere era un miracolo; nella mia mente sentivo che era un miracolo. Tante volte, quando il Padre fondò il Washington Times, quando fondò diverse provvidenze che dovevamo attraversare, e noi ci lamentavamo dei nostri problemi e delle nostre situazioni, e specialmente quando si trattava del matching e della Benedizione, le persone mettevano in dubbio il Padre e non si fidavano mai di lui completamente, quando invece lui voleva avere fiducia in noi completamente come suoi figli, io mi sentivo sempre triste per lui! E ho capito in tanti modi, che il Padre non aveva mai il lusso di stare da solo. Non aveva mai il lusso di andare da qualche parte e stare da solo, a riflettere con Dio e la signora Han a quel tempo, e voleva essere con le persone che amava; persino quando avrebbe voluto stare con i suoi figli, non poteva godere nemmeno quei momenti, perché si stava prendendo cura di noi.

E sentivo le lamentele dei membri, su come noi stavamo viziando i Veri Figli: “Oh, gli diamo dei cavalli, gli diamo questo, gli diamo quest’altro!” e io li guardavo e dicevo: “Ragazzi, ma vi rendete conto che tutte queste cose non sono che dei sostituti a buon mercato per un uomo che nella sua vita non ha mai potuto neanche stare con i suoi figli, e non ha mai avuto il lusso di essere un nucleo famigliare?” A volte mi sentivo triste. Mi sono sempre sentita triste per lui, soprattutto perché non aveva il tempo o l’opportunità di essere semplicemente un papà, un marito, un padre.

Poi, questo mi ha aiutato a capire di più [singhiozzando per l’emozione] quello che Gesù ha attraversato non avendo avuto l’opportunità di essere un padre; lui non ha mai avuto l’occasione di sdraiarsi accanto a sua moglie, di tenerla fra le braccia di notte, non ha mai avuto la gioia di cullare i suoi figli. Il popolo lo ha assassinato prima che avesse quell’occasione; così mi sentivo sempre estremamente triste per Gesù, e penso che a volte Gesù era invidioso perché non aveva avuto l’opportunità di essere un papà e un marito. Così quando i cristiani vogliono abbracciare Gesù e far baldoria nella loro salvezza, senza pensare alla sua situazione, la rabbia ribolle dentro di me e non posso farci nulla.

Ricordo la prima volta che Hyung Jin Nim è venuto alla fattoria quando Shin Pal aveva forse 9 o 10 anni - Shin Pal e i suoi figli erano piccolini - ho sentito veramente: “Spero che Hyung Jin Nim avrà l’opportunità di passare del tempo da solo con i suoi figli, di prendere del tempo per essere un padre, un marito e sono veramente grata perché vedo che prende veramente questo tempo; sono davvero felice perché prende il suo “Sabato”, e sono contenta che non ha intenzione di cancellarlo.

Inoltre, noi siamo passati così tante cose con lo sconvolgimento nella chiesa e guardando com’era, perché la signora Han non gli permetteva di essere se stesso, quando si è sentito così serio riguardo il suo ruolo, quando il Padre gli ha chiesto di diventare il Secondo Re, lui ha veramente lottato con questo. Perché, quando decidete di andare con il Padre, andrete con lui fino in fondo. Non si può fare un passo indietro, non si può essere metà e metà su questo; o siete dentro o siete fuori.

Così, ricordando quando ha preso in mano le redini del movimento, e ricordando la morte di Heung Jin Nim - quello che è morto nell’incidente – come lui e la famiglia hanno sopportato questo, e poi la morte di Young Jin Nim, e le cose che li hanno colpiti, noi non avevamo nessuna idea di cose stesse attraversando la famiglia del Padre! Tutte le cose che hanno sopportato e di cui non sapevamo nulla. Io mi pento perché non ero così; avevo un’idea, ma non sapevo completamente cosa stavano passando.

Così ora, quando avanziamo velocemente e guardiamo il Re, un avvertimento che vorrei dare è che la sua posizione e il suo amore per il Padre sono qualcosa di molto concreto e serio. Serio è una bella parola, ma non è sufficiente. Se lui deve morire, lo farà. Non si tirerà indietro e non verrà meno a nessuna delle promesse fatte al Padre; e anche Kook Jin Nim, perché loro due sono gli unici che hanno sostenuto il Padre completamente e totalmente.

Gregg l’altro giorno ha detto qualcosa che mi ha lasciato a bocca aperta. Era così incredibilmente profonda. [Rivolta a Gregg]: Non penso che ti rendessi conto di quello che stavi dicendo, ma se pensate a tutti i membri del mondo e a tutte le persone che sono rimaste, prendersi cura di loro, e rimanere leali a loro, e che ci sono soltanto poche centinaia di noi, questo è sorprendente. Penso che ancora non lo capiamo.

Penso che in termini della responsabilità che lui sta sperando che ci assumiamo, noi dobbiamo farlo veramente, non solo fare quello che ci viene chiesto, ma dobbiamo guardare nei nostri cuori - e questo include me stessa - e dobbiamo veramente mettere i piedi nel fuoco. Dobbiamo veramente pensare: “Io sto prendendo un AR15 perché il Re mi ha detto di farlo, o sto prendendo quest’arma perché lì c’è il mio cuore, il fuoco è nel mio ventre, e io sarò un re o una regina.”  

E se non siete in quella posizione dal profondo del vostro cuore, con la stessa dedizione che avevate quando eravate un nuovo membro, allora dovete tornare indietro e riesaminare cosa state facendo qui. Ho detto questo ai Ninja, e l’ho detto alle sorelle, così qualcuno di voi qui l’ha già sentito, ma penso veramente che la dedizione che lui sta cercando non è solo una dedizione di obbedienza. È “attendance”, ed è l’attendance che dice: “Se io devo morire per fare questo, va bene! Va bene! Non ho problemi con questo”!

Naturalmente non è facile, ed è veramente dura perché voi ora state chiedendo alle persone di mettere letteralmente in gioco la loro vita; siamo tutti qui per mettere in gioco la nostra vita. E non è solo il Re e sua moglie, lui ha un figlio che sta facendo la gavetta e che un giorno sarà su quel podio a dare quei sermoni, stando nella posizione che hanno preso suo padre e suo nonno. (Sta parlando del 3° re)

Così, se dovessi aggiungere qualcosa, è capire veramente la dedizione del Padre a Dio, e la sua dedizione a Gesù. Sapete che il Padre non fa mai nulla a metà, e non va mai all’indietro; non fa mai un passo indietro. Va sempre avanti, avanti, avanti. E se pensate a cos’era il movimento sotto Michael Jenkins, e sotto Michael Balcomb, dove diavolo stavamo andando? Dove stavamo andando? Ah! È pietoso! Assolutamente pietoso! Solo interesse personale, egoismo; saremmo stati una qualsiasi altra chiesa che perde tempo a fare quello che facevamo, ma la loro dedizione al Padre non c’è. Non c’è! E mi sento molto male per il Padre perché lui vede; sta ancora guardando, sta facendo tutto, sta ancora osservando. Sta aiutando suo figlio il più possibile, ed è per questo che stiamo andando avanti. Il patto che abbiamo adesso con la verga di ferro, è il patto che Dio ha deposto ai nostri piedi, e ci sta dicendo di raccoglierlo.

Ed è spaventoso, perché se io raccolgo quell’arma, significa che devo dare la mia vita a un certo punto. Io stessa devo ancora farmene una ragione, e specialmente voglio aiutare le sorelle a pensare quanto è serio questo. Non potete essere una piccola onda che aspetta che vostro marito faccia quello che state per fare voi, che aspetta che lui faccia qualcosa; voi dovete raccogliere quel fucile e dovete addestrarvi, e dovete stare nella posizione di un uomo in questo movimento per prendere il mantello del guerriero. E non c’è modo di sfuggire. Non c’è modo di allontanarsi da questo; non c’è modo di sfuggire; non c’è più il comfort, ragazzi, mi dispiace. I periodi comodi sono finiti, sono finiti.

Io posso avere l’opportunità di sapere come morirò, cosa che mi irrita a non finire, perché a dire il vero preferirei che mi sparassero disarcionandomi da cavallo, ma penso veramente che il Padre non aveva nessuna paura; io non voglio avere paura; lui era un guerriero e un innamorato, ed io voglio essere una guerriera e un’innamorata. Non voglio ritirarmi in un angolo, aspettando che qualcuno venga a salvarmi. Non sono interessata a questo.

Perciò penso che dobbiamo resistere, non cedere, e non permettere alle nostre paure di calpestare quello che il nostro amore ci ha sempre detto. Il nostro amore ci ha detto: “Abbiamo bisogno di stare con lui, con il cuore, 24 al giorno, ogni giorno della settimana”.

Sto parlando troppo! Così, se potessi lasciarvi con qualcosa, ci sono così tante cose che potrei dire. Voi parlate di essere con il Padre. Io non so come esprimerlo fortemente. Non so come metterlo in parole, in modo che lasciasse la mia bocca, entrasse nel vostro cervello, si strapazzasse e poi voi lo recepiste in modo che nulla vada perso nella traduzione; ci vorrebbe tanto tempo.

Ma con il Vero Padre, tutta la sua vita era - non so se lo sapete – ma tutta la sua vita era spesa cercando di fare felici Dio e Gesù. Questo è tutto ciò per cui viveva. Non gli importava veramente di nient’altro. Voleva fare felici Dio e Gesù. Così avevo questa citazione che volevo farvi vedere. Dice:

“Non fate errori: io difenderò i deboli, difenderò la libertà. Sono stato sacrificato in modo che gli altri possano vivere liberi. Difenderò la mia famiglia fino alla morte. Ho pace, ma sono un acerrimo nemico. Vivo secondo un codice speciale. Vivo con onore. Sono nato per essere un guerriero!”

In quest’ora della storia, che ci piaccia o no, questo è tutto ciò che dobbiamo essere, e se siamo lì, ecco come siamo. E se non siamo ancora lì, faremmo meglio a darci da fare e a seguire il programma.

Il Padre era un guerriero; ha tirato su figli che erano dei guerrieri, ed essi cercano di trasmettere questo a noi. Così io cercherò di essere il più possibile vicina a questo. Questo è quello che voglio essere. Non voglio dire tante cose e frasi fatte, ma penso veramente che se posso lasciarvi qualcosa, è che dovete amare come un guerriero, non potete dormire a meno che non sappiate che il re è in pace; non potete mangiare a meno che non sappiate che la sua pancia è piena.

Preghiamo:

Padre Celeste, caro Padre, perdonami (lacrime) perché non sono abbastanza per quello di cui hai bisogno adesso, e desidero così tanto mettermi nei panni della nostra Vera Madre, la Vera Madre Kang che ha lasciato tutto alle spalle in Corea. Lei ha lasciato tutto, Padre; lei non voleva la fama o la gloria, e nemmeno il riconoscimento. Voleva essere dovunque il Padre aveva bisogno che lei fosse, e Padre, lei ha raggiunto quell’onore; è arrivata a stare in quella posizione. Ti prego, noi preghiamo come donne di emularla e di essere così incredibilmente serie riguardo il suo ruolo e che lei ha deciso nel profondo del suo cuore di essere quella Regina guerriera.

Padre noi preghiamo tanto che, in quest’ora della storia, come uomini e donne, fratelli e sorelle, e, Dio volendo, come re e regine, noi resisteremo, non ci ritireremo e indietreggeremo mai e poi mai; noi non ci arrenderemo mai come quelli che stanno cercando una guida, ma saremo noi quelli che forniscono una guida e offriranno ispirazione agli altri.

Padre, preghiamo che, come Tuoi figli, i Tuoi veri figli, saremo quelli che raccoglieranno, adotteranno e incarneranno il mantello dei Tuoi veri figli, i Tuoi figli che non hanno paura di nulla che Satana possa scagliare contro di noi, e non permetteremo mai e poi mai a quel bastardo di governarci.

Non gli permetteremo mai di farci perdere la nostra posizione; non gli permetteremo mai di rovesciare il dominio su di noi, e non gli permetteremo mai di moltiplicare il male nel nostro cuore, nelle nostre famiglie e nelle nostre vite, in modo che ogni cosa della caduta sia rovesciata e ogni miseria sia riportata di nuovo a Te. Noi non lasceremo che accada, Padre!

Ti preghiamo con tutto il nostro cuore che possiamo diventare i figli di cui Tu hai bisogno. Padre, abbiamo bisogno di essere forti, abbiamo bisogno di essere assolutamente fermi nel nostro impegno di realizzare il Regno dei Cieli… Il Festival è a ottobre, Padre, e noi non rinunceremo mai a far sì che sia completo successo, perché dobbiamo cambiare la cultura per diventare realmente i veri figli che hanno trasformato la cultura del Regno di Satana in una cultura della sovranità di Dio.

Oh Padre, per favore aiutaci a capire chi siamo e cosa siamo. Ti prego sii con ognuno dei miei fratelli e sorelle qui, re e regine che combattono per fare la Tua volontà, che non si arrendono mai, Padre. Preghiamo di non rinunciare mai, preghiamo che non rinunceremo mai e poi mai!

Per favore Padre, ti chiedo di benedire ciascuna famiglia qui presente, che possiamo tutti diventare la tua vera famiglia, in modi che possano renderti orgoglioso di noi, Padre. Vogliamo veramente renderti orgoglioso!

Padre, ancora grazie per questo momento. In quest’ora della nostra storia noi preghiamo che non ti deluderemo, non ti disonoreremo, non ti faremo vergognare.

Così di nuovo ti chiedo che le Tue benedizioni si riversino su di loro, e che essi tengano la testa alta alla tua presenza, Padre, in modo che quando andremo a stare di fronte ai santi e ai saggi della storia, potremo stare a testa alta, e quando andremo nella casa del nostro Vero Padre e della nostra Vera Madre, non avremo mai bisogno di abbassare il capo per la vergogna.

Grazie, Padre, ancora grazie.

Offro questa preghiera e riporto questo nel nome e nell’amore di tutte le famiglie benedette centrali qui nella comunità del Santuario. Aju! Aju! Aju!

Questa testimonianza è stata registrata nella camera dell’ospedale dove Lesa è ricoverata, all’Orange Regional Medical Center in Middletown, NY.

Video in Inglese

Lesa è una sorella americana che ha servito il Vero Padre per tanti anni, lavorando specialmente nella scuderia di Barrytown, prendendosi cura di Hyo Jin Nim. La sua commovente testimonianza è preziosa perché ci aiuta a capire il cuore del Padre e a riflettere su aspetti della sua vita e della sua famiglia che conosciamo poco o forse per nulla. Ora che il Padre è nel mondo spirituale, testimonianze del genere ci aiutano a sentire il Padre più vicino e penso che siano importanti soprattutto per la seconda generazione e le generazioni a venire che non hanno mai potuto conoscere il Padre quando era vivo.

Lesa è ricoverata in ospedale perché è malata di cancro. Ha lottato con questa malattia per tanti anni, ma è una coraggiosa guerriera che non demorde e dalla quale c’è tanto da imparare.

Le Parole del Padre, ascoltate da Lesa mentre il Padre parlava ai seminaristi dell'UTS:

"Tutte le persone dovrebbero prima imparare a parlare più lingue, poi,

dovrebbe imparare a cavalcare e il terzo dovrebbe imparare a sparare con le pistole.

Se fai queste tre cose, allora, sarai in grado di relazionarti facilmente con chiunque nel mondo; dalla più alta nobiltà a tutti i livelli della società."

La vita di Lesa è stata modellata da queste parole e si è dedicata a insegnare agli altri a fare queste cose.

Era convinta che imparare a vivere una "vita benedetta" non si imparasse solo in aula, ma in relazione con il mondo che Dio ha creato specialmente negli ambiti specifici dell'insegnamento del Padre".


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