Testimonianza
di Lesa Ellanson
Febbraio 14, 1954 - Settembre 14, 2019
19 luglio 2019
[Casualmente ho ritrovato questa testimonianza già tradotta da Lucia]
Preghiera di Greg Noll. (Stretto aiutante del 2nd re, Hj Sean
Moon)
Amatissimo
Padre Celeste,
Come
siamo fortunati e grati di essere in mezzo alla Tua presenza, nell’abbraccio e
nell’amore dei nostri Veri Genitori nel mondo spirituale e del nostro Signore
Gesù Cristo. Attraverso il loro sacrificio di sangue, Padre, noi ci troviamo nella
posizione più fortunata, ad essere redenti e santificati davanti a Te, anche se
siamo pieni di peccato. Abbiamo una storia di peccato, abbiamo la natura caduta
che scorre attraverso il nostro sangue, ma per mezzo della grazia dei Veri
Genitori, abbiamo potuto essere liberati. Padre, non siamo più schiavi del
peccato, ma possiamo stare nella posizione di Tuoi figli e figlie, di re e
regine dinanzi al cielo e alla terra.
Padre
Celeste, preghiamo di poter venire davanti a Te stasera con un cuore ed una
mente aperti a ricevere le Tue parole stasera, attraverso questa nostra
preziosa sorella, Lesa Ellanson. Preghiamo che attraverso la sua vita con Gesù
che è ritornato, lei possa condividere questi gioielli della sua esperienza che
pochissime persone sono state abbastanza fortunate da sperimentare.
Padre,
fa che questo sia registrato per tutta la storia umana. Per migliaia di anni a
venire, questa testimonianza continuerà a vivere anche dopo che la nostra vita
fisica sarà finita e ispirerà le generazioni future a sapere che Cristo che è
tornato era vivo e il suo erede e successore sta portando avanti il suo lavoro
e, attraverso i re successivi che seguiranno, il Tuo regno sarà stabilito una
volta per tutte. I regni satanici crolleranno e Tu sarai il centro della nostra
vita.
Grazie
Padre per tutto quello che hai fatto, per tutti i sacrifici che hai fatto, e
per questo tempo in questo momento in cui viviamo. Padre, Ti prego, parla
attraverso Lesa. Siamo grati, di essere fra i pochi che possono sentire questa
testimonianza e preghiamo perché Tu sia presente qui, e perché gli angeli del
Cielo siano qui, a pulire e purificare l’atmosfera.
Grazie
Padre; siamo grati. Offriamo tutto a Te, riportandolo nel nome della famiglia
Noll e di tutte le famiglie benedette centrali qui riunite.
Aju! (Aju!)
Lesa Ellanson:
Wow! Onestamente parlando, questo è veramente un onore per
me! Quando Gregg mi ha chiesto di fare questo, ero sorpresa: “Davvero?” Ad ogni
modo vengo subito al punto. Penso che tutti ricordino la prima volta che hanno
visto o incontrato il Vero Padre, che evento cosmico è stato. Il primo incontro
che ho avuto con il Padre è stato a Barrytown; era il maggio 1974, due
settimane dopo che avevamo concluso l’acquisto della proprietà. Sono sicura che
tanti di voi che, erano presenti a quel tempo, ricordano la raccolta fondi per comperare
East Garden, Barrytown e persino Belvedere. Eravamo fuori a piangere per quei
posti – e anche questo è un onore.
Immediatamente, quando entrai nel movimento, la prima cosa
che feci fu rinunciare alla mia cavalla. La misi in una stalla. Lasciai un
biglietto dicendo che me ne andavo a fare la missionaria: “Prendetevi cura di
Penelope, goodbye! “E non la rividi più. Questo mi fece male, perché era la
cosa più preziosa per me a quel tempo.
Ad ogni modo, quella sera tornai dalla raccolta fondi e il direttore
del mio centro mi disse che Mr. Kamiyama aveva comprato dei cavalli per i Veri
Figli e che io sarei andata a Barrytown, e avrei insegnato loro a cavalcare, cosa
di cui io stessa non sapevo ancora nulla. Così, fu uno shock perché nella mia
mente avevo una visione di come sarebbero stati i Veri Figli, pensavo che avrei
lavorato con dei piccoli, amabili, angelici, celesti cherubini venuti da Dio dall’alto
dei cieli e che sarebbero stati assolutamente ideali.
Ma ecco il confronto con la realtà! Entro nella scuderia che
avevamo a quel tempo – avevamo solo 6 stalle e a quell’epoca avevamo solo tre o
quattro cavalli - così la prima cosa che ricordo è che ero in quella stalla a
pulire tutto, a rendere la stalla immacolata e naturalmente quando cercate di
rendere la stalla immacolata tutti i vostri vestiti non sono come la vostra
stalla; vi siete veramente sporcati! Così lavoravo in quello stato e la
prossima cosa che sento è: “Blah blah blah blah blah blah” grida e urla, strilli,
e penso: “Che diavolo sta succedendo là fuori?” e poi vedo un bambinetto,
probabilmente di otto anni, il suo fratellino ed altri due che correvano di qua
e di là in quello che rimaneva dei loro pantaloni, mutande, pannolini e cose
varie - e gridano, urlano, corrono dentro la stalla, arrivano precipitandosi
attraverso la porta e la prima cosa: “Io voglio cavalcare questo; dammi quello
là, brahbrahbrah…”e gridano a squarciagola. Dissi: “Sono qui; non dovete
urlare!”
Così, mentre preparo i cavalli, li tiro fuori dalle stalle,
vado avanti e preparo tutte le loro selle, tutte le loro briglie in modo da
prepararli tutti, sento qualcuno che dice: “Oh! Sta arrivando il Vero Padre!
Sta arrivando il Vero Padre!” E in quel momento, naturalmente, scatta il panico.
Poi, vedo quest’uomo coreano robusto e muscoloso con una camicia fantasia col
colletto bianco che a quel tempo andava di moda. Entra nella stalla con le mani
in tasca, tira indietro la testa, mi guarda e dice: “Oh! Sei molto sporca!” Avrei
voluto seppellire la mia testa in un mucchio di letame! Il Messia! Sono
giudicata per l’eternità per come sono sporca!
Da quel momento in poi fu solo un confronto con la realtà
dopo l’altro, occuparsi del Padre che si avvicina ad ogni cavallo, lo accarezza
sul naso e poi qualcuno dice: “Il Padre vuole andare a pescare!” Così preparo i
cavalli; i bambini escono ed io li porto a fare una cavalcata cercando di tenerli
tutti insieme; naturalmente ci sono membri dappertutto e, se sapete qualcosa
sui cavalli, l’ultima cosa che volete fare è mettere i cavalli davanti a un
sacco di persone: li fa andare fuori di testa.
Ad ogni modo, non cavalcarono per tanto tempo perché avevano
fame, e li rimettemmo tutti nelle loro stalle. E dicono: “Andremo tutti giù al
fiume”. A quel tempo a Barrytown eravamo proprio sull’Hudson. E se andavate sul
sentiero di destra, da dove era la scuderia, e camminavate lungo il sentiero,
sboccavate in quella che chiamiamo la roccia del Padre. [Lesa mostra una
fotografia:] Questa è la roccia che vi mostrerò; questo era il mio posto
preferito, perché mi sedevo sempre su quella roccia dietro il Padre. Riuscite a
vederla? [Questa sei tu?] Sì sono io. A quel tempo mi ero ripulita un po’ più!
Mi sedevo dietro di lui presso la roccia e osservavo alcuni fratelli giapponesi
che mettevano i vermi sull’amo, cosa che era orripilante. Perciò ho questo
sguardo inorridito sulla faccia.
Una cosa che ricordo del Padre e me, era che lui si prendeva
sempre cura di me. Sentivo sempre come se fosse mio papà, in un modo molto
intimo. Non voglio dire che era una situazione miracolosa o qualcosa del
genere. Lui semplicemente pensava sempre a quali erano i miei bisogni, e domandava
sempre a David Kim come stavo.
Questa è una fotografia famosa che è stata scattata nella
sala da pranzo del Padre mentre lui chiedeva a David Kim della mia salute, e in
qualche modo interiormente penso che lui sapesse – tutta la mia vita è stata
una serie di problemi di salute, ma lui voleva sapere. Mi disse di venire lì e
di sedermi accanto a lui e mi chiese cosa non andava nel mio sangue, e diverse
cose su di me. Così io lo ricordo sempre che faceva questo; inoltre, quando mi
sedevo lì, lui aveva qualcosa con cui picchiarmi. Mi dava sempre un pugno in
testa – immagino che fosse “amore coreano”. Se una cosa non gli fosse piaciuto
non l’avrebbe toccata. Però quei grossi pugni facevano male. Non illudetevi,
non pensate: “Oh, il Padre è così gentile!” Pow! E lo faceva di nuovo. Pow! A
un certo punto pensai: “Padre, per favore non colpirmi più!” E lui mi guarda e…
pow! Non era servito a niente.
Ad ogni modo la mia missione principale era prendermi cura di
questo piccolo bambino coreano di 8 anni, Hyo Jin Nim [guardando la sua foto] e
di quel piccolo pony che era una peste; erano perfetti l’uno per l’altro. Erano
tutti e due delle pesti, in un certo senso. Era ispirante sapere che qui
abbiamo questa visione di questi piccoli, perfetti, angelici cherubini, mentre
nulla era più lontano dalla verità. Erano dei bambini che volevano fare tutto quello
che potevano per cacciarsi nei guai. Facevano qualsiasi cosa fosse avventurosa,
pericolosa o che sembrava puzzare di vita o di morte, loro erano lì. Erano lì!
Il mio lavoro era, stando a cavallo, cercare di stare al suo
passo perché non potevate stare al suo passo a piedi o con le motociclette che furono
acquistate in seguito; lui si slanciava nei boschi. La cosa che tenevo sempre
stretta nel mio cuore, era che il Padre si fidava di me, mi aveva affidato la
cura di questi figli. E non era una cosa facile. L’avrei scambiata con
qualcos’altro? No! Ricordo che una notte sono tornata a casa con i miei stivali
alti, perché cavalcavo all’inglese, ma non ricordo di essermi tolta gli
stivali. Ricordo di essermi svegliata svestita e sotto le coperte ma non
ricordo come sono arrivata lì.
Così, era sempre un problema quando loro arrivavano; la mia
missione era montare in sella e uscire con Hyo Jin Nim. E lui andava veloce!
Così gli comprammo un cavallo veramente lento e risolvemmo il problema. Hyo Jin
Nim non voleva cavalcare al piccolo galoppo, e pensava: “bang, bang” e voleva
cavalcare il mio cavallo, cosa che non sarebbe mai successa perché sapevo che
se avessi dovuto correre, avrei potuto acchiapparlo.
Un’altra cosa che mi faceva paura era quando il Padre andava
a parlare nel grande auditorio – ricordate? L’avevamo trasformato in un dojo,
ma era un grande auditorio – e quello era sempre il momento in cui Hyo Jin Nim
decideva di galoppare su e giù per il vialetto d’ingresso quando il Padre stava
parlando. Lo decideva sempre in quel momento: “Andiamo!” e io lo dovevo
seguire. Se non l’avessi seguito l’avrei perso. Comunque, che avventura!
Non so se conoscete questo fratello, Michel Gorasso; anche lui
era responsabile, perché dovete capire che se dovevano andare in bagno lui
andava in bagno con loro. Se Hyo Jin Nim voleva andare nella sala da pranzo noi
andavamo nella sala da pranzo con lui. Se dovevamo andare da qualche parte, dove
lui sarebbe stato da solo, qualcun altro doveva essere con lui. E anche questo
era un problema perché Hyo Jin Nim non voleva persone che lo seguissero
dappertutto. Questa era una spina nel fianco. Ed io dovevo ribadirgli che, se
lui si arrabbiava con noi, era proprio un peccato: “Devo sapere dove sei, e
devo sapere chi potrebbe essere in quella stanza ad aspettarti”.
Ricordo bene, tanto tempo fa - questo succedeva nel 1974 e
1975 - il Padre a volte arrivava, guardava i cavalli e ci osservava cavalcare.
Ci osservava cavalcare su e giù sul campo da calcio e questo naturalmente faceva
incavolare a non finire David Kim; a lui non piaceva quando galoppavamo su e
giù sul campo da calcio. “Cosa potevo fare? Lui vuole galoppare su e già per il
campo da calcio. Padre, io non posso …”
Una volta Hyo Jin Nim cadde da cavallo, fece una brutta
caduta; si rimise in piedi, rimontò a cavallo ed io gli dissi: “Ora sì che sei
un cavallerizzo; non sei più un passeggero”. Così questo andò avanti per anni e,
come potete vedere, alla fine gli comprammo un cavallo che era in grado di
gestire, che poteva stare al suo passo e che era veloce.
La cosa che mi piaceva sul fatto di stare con lui era quando
il Padre usciva dalla sala da pranzo, pronto per ritornare a East Garden, ed io
potevo vedere come si sentiva, potevo vedere sul suo volto un senso di sollievo
che tutti i ragazzi erano di nuovo in macchina, sani e salvi, e lui poteva
partire e tornare ad East Garden, senza doversi preoccupare.
Dunque, lui si fidava di me; sentivo che poteva avere fiducia
in me e, sapendo che terribile persona del mondo caduto ero, ricevere quel
livello di fiducia - non penso di riuscire a esprimerlo a parole, ma ero
veramente grata, perché sapevo che poche persone potevano essere considerate affidabili
in quel modo. Ed io ero una di queste poche persone, e so di non essermelo mai
meritato, così ero veramente grata perché il Padre mi aveva affidato questa
responsabilità.
Ad ogni modo, in tutta l’esperienza di essere con il Padre,
veramente ogni giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno, (ho tante altre
foto che vi potrei mostrare) la cosa principale era, guardando il Padre nel
corso degli anni e le pietre miliari che ha stabilito - il Madison Square Garden,
lo Yankee Stadium, il Washington Monument - tutte quelle prove che abbiamo
dovuto affrontare, con le prove che il Padre ha dovuto superare, io ho sempre
sentito che – e non sto giudicando o qualcosa del genere – ma ho sempre sentito
che con tutto quello che il Padre ha dovuto sopportare e tollerare - i membri
che non erano all’altezza, le persone che non realizzavano quando il Padre si
fidava di loro - io mi sentivo così triste che lui riponesse la sua fiducia
nelle persone e in qualche modo ogni tanto andava a finire bene, e ogni tanto
no.
E vedere i Veri Figli crescere era un miracolo; nella mia
mente sentivo che era un miracolo. Tante volte, quando il Padre fondò il
Washington Times, quando fondò diverse provvidenze che dovevamo attraversare, e
noi ci lamentavamo dei nostri problemi e delle nostre situazioni, e
specialmente quando si trattava del matching e della Benedizione, le persone
mettevano in dubbio il Padre e non si fidavano mai di lui completamente, quando
invece lui voleva avere fiducia in noi completamente come suoi figli, io mi
sentivo sempre triste per lui! E ho capito in tanti modi, che il Padre non
aveva mai il lusso di stare da solo. Non aveva mai il lusso di andare da
qualche parte e stare da solo, a riflettere con Dio e la signora Han a quel
tempo, e voleva essere con le persone che amava; persino quando avrebbe voluto
stare con i suoi figli, non poteva godere nemmeno quei momenti, perché si stava
prendendo cura di noi.
E sentivo le lamentele dei membri, su come noi stavamo
viziando i Veri Figli: “Oh, gli diamo dei cavalli, gli diamo questo, gli diamo
quest’altro!” e io li guardavo e dicevo: “Ragazzi, ma vi rendete conto che tutte
queste cose non sono che dei sostituti a buon mercato per un uomo che nella sua
vita non ha mai potuto neanche stare con i suoi figli, e non ha mai avuto il
lusso di essere un nucleo famigliare?” A volte mi sentivo triste. Mi sono
sempre sentita triste per lui, soprattutto perché non aveva il tempo o
l’opportunità di essere semplicemente un papà, un marito, un padre.
Poi, questo mi ha aiutato a capire di più [singhiozzando per
l’emozione] quello che Gesù ha attraversato non avendo avuto l’opportunità di
essere un padre; lui non ha mai avuto l’occasione di sdraiarsi accanto a sua
moglie, di tenerla fra le braccia di notte, non ha mai avuto la gioia di
cullare i suoi figli. Il popolo lo ha assassinato prima che avesse quell’occasione;
così mi sentivo sempre estremamente triste per Gesù, e penso che a volte Gesù
era invidioso perché non aveva avuto l’opportunità di essere un papà e un
marito. Così quando i cristiani vogliono abbracciare Gesù e far baldoria nella
loro salvezza, senza pensare alla sua situazione, la rabbia ribolle dentro di
me e non posso farci nulla.
Ricordo la prima volta che Hyung Jin Nim è venuto alla
fattoria quando Shin Pal aveva forse 9 o 10 anni - Shin Pal e i suoi figli erano
piccolini - ho sentito veramente: “Spero che Hyung Jin Nim avrà l’opportunità di
passare del tempo da solo con i suoi figli, di prendere del tempo per essere un
padre, un marito e sono veramente grata perché vedo che prende veramente questo
tempo; sono davvero felice perché prende il suo “Sabato”, e sono contenta che
non ha intenzione di cancellarlo.
Inoltre, noi siamo passati così tante cose con lo
sconvolgimento nella chiesa e guardando com’era, perché la signora Han non gli
permetteva di essere se stesso, quando si è sentito così serio riguardo il suo
ruolo, quando il Padre gli ha chiesto di diventare il Secondo Re, lui ha
veramente lottato con questo. Perché, quando decidete di andare con il Padre,
andrete con lui fino in fondo. Non si può fare un passo indietro, non si può
essere metà e metà su questo; o siete dentro o siete fuori.
Così, ricordando quando ha preso in mano le redini del
movimento, e ricordando la morte di Heung Jin Nim - quello che è morto
nell’incidente – come lui e la famiglia hanno sopportato questo, e poi la morte
di Young Jin Nim, e le cose che li hanno colpiti, noi non avevamo nessuna idea
di cose stesse attraversando la famiglia del Padre! Tutte le cose che hanno
sopportato e di cui non sapevamo nulla. Io mi pento perché non ero così; avevo
un’idea, ma non sapevo completamente cosa stavano passando.
Così ora, quando
avanziamo velocemente e guardiamo il Re, un avvertimento che vorrei dare è che la
sua posizione e il suo amore per il Padre sono qualcosa di molto concreto e
serio. Serio è una bella parola, ma non è sufficiente. Se lui deve morire, lo
farà. Non si tirerà indietro e non verrà meno a nessuna delle promesse fatte al
Padre; e anche Kook Jin Nim, perché loro due sono gli unici che hanno sostenuto
il Padre completamente e totalmente.
Gregg l’altro giorno ha detto qualcosa che mi ha lasciato a
bocca aperta. Era così incredibilmente profonda. [Rivolta a Gregg]: Non penso
che ti rendessi conto di quello che stavi dicendo, ma se pensate a tutti i
membri del mondo e a tutte le persone che sono rimaste, prendersi cura di loro,
e rimanere leali a loro, e che ci sono soltanto poche centinaia di noi, questo
è sorprendente. Penso che ancora non lo capiamo.
Penso che in termini della responsabilità che lui sta sperando
che ci assumiamo, noi dobbiamo farlo veramente, non solo fare quello che ci
viene chiesto, ma dobbiamo guardare nei nostri cuori - e questo include me
stessa - e dobbiamo veramente mettere i piedi nel fuoco. Dobbiamo veramente pensare:
“Io sto prendendo un AR15 perché il Re
mi ha detto di farlo, o sto prendendo quest’arma perché lì c’è il mio cuore, il
fuoco è nel mio ventre, e io sarò un re o una regina.”
E se non siete in quella posizione dal profondo del vostro
cuore, con la stessa dedizione che avevate quando eravate un nuovo membro,
allora dovete tornare indietro e riesaminare cosa state facendo qui. Ho detto
questo ai Ninja, e l’ho detto alle sorelle, così qualcuno di voi qui l’ha già
sentito, ma penso veramente che la dedizione che lui sta cercando non è solo
una dedizione di obbedienza. È “attendance”, ed è l’attendance che dice: “Se io devo morire per fare questo, va bene!
Va bene! Non ho problemi con questo”!
Naturalmente non è facile, ed è veramente dura perché voi ora
state chiedendo alle persone di mettere letteralmente in gioco la loro vita;
siamo tutti qui per mettere in gioco la nostra vita. E non è solo il Re e sua
moglie, lui ha un figlio che sta facendo la gavetta e che un giorno sarà su
quel podio a dare quei sermoni, stando nella posizione che hanno preso suo
padre e suo nonno. (Sta parlando del 3° re)
Così, se dovessi aggiungere qualcosa, è capire veramente la
dedizione del Padre a Dio, e la sua dedizione a Gesù. Sapete che il Padre non
fa mai nulla a metà, e non va mai all’indietro; non fa mai un passo indietro.
Va sempre avanti, avanti, avanti. E se pensate a cos’era il movimento sotto
Michael Jenkins, e sotto Michael Balcomb, dove diavolo stavamo andando? Dove
stavamo andando? Ah! È pietoso! Assolutamente pietoso! Solo interesse
personale, egoismo; saremmo stati una qualsiasi altra chiesa che perde tempo a
fare quello che facevamo, ma la loro dedizione al Padre non c’è. Non c’è! E mi
sento molto male per il Padre perché lui vede; sta ancora guardando, sta
facendo tutto, sta ancora osservando. Sta aiutando suo figlio il più possibile,
ed è per questo che stiamo andando avanti. Il patto che abbiamo adesso con la
verga di ferro, è il patto che Dio ha deposto ai nostri piedi, e ci sta dicendo
di raccoglierlo.
Ed è spaventoso, perché se io raccolgo quell’arma, significa
che devo dare la mia vita a un certo punto. Io stessa devo ancora farmene una
ragione, e specialmente voglio aiutare le sorelle a pensare quanto è serio
questo. Non potete essere una piccola onda che aspetta che vostro marito faccia
quello che state per fare voi, che aspetta che lui faccia qualcosa; voi dovete
raccogliere quel fucile e dovete addestrarvi, e dovete stare nella posizione di
un uomo in questo movimento per prendere il mantello del guerriero. E non c’è modo di sfuggire. Non c’è modo di
allontanarsi da questo; non c’è modo di sfuggire; non c’è più il comfort,
ragazzi, mi dispiace. I periodi comodi sono finiti, sono finiti.
Io posso avere l’opportunità di sapere come morirò, cosa che
mi irrita a non finire, perché a dire il vero preferirei che mi sparassero
disarcionandomi da cavallo, ma penso veramente che il Padre non aveva nessuna
paura; io non voglio avere paura; lui era un guerriero e un innamorato, ed io
voglio essere una guerriera e un’innamorata. Non voglio ritirarmi in un angolo,
aspettando che qualcuno venga a salvarmi. Non sono interessata a questo.
Perciò penso che dobbiamo resistere, non cedere, e non
permettere alle nostre paure di calpestare quello che il nostro amore ci ha
sempre detto. Il nostro amore ci ha detto: “Abbiamo bisogno di stare con lui,
con il cuore, 24 al giorno, ogni giorno della settimana”.
Sto parlando troppo! Così, se potessi lasciarvi con qualcosa,
ci sono così tante cose che potrei dire. Voi parlate di essere con il Padre. Io
non so come esprimerlo fortemente. Non so come metterlo in parole, in modo che
lasciasse la mia bocca, entrasse nel vostro cervello, si strapazzasse e poi voi
lo recepiste in modo che nulla vada perso nella traduzione; ci vorrebbe tanto
tempo.
Ma con il Vero Padre, tutta la sua vita era - non so se lo
sapete – ma tutta la sua vita era spesa cercando di fare felici Dio e Gesù.
Questo è tutto ciò per cui viveva. Non gli importava veramente di nient’altro.
Voleva fare felici Dio e Gesù. Così avevo questa citazione che volevo farvi
vedere. Dice:
“Non fate errori: io difenderò i
deboli, difenderò la libertà. Sono stato sacrificato in modo che gli altri
possano vivere liberi. Difenderò la mia famiglia fino alla morte. Ho pace, ma
sono un acerrimo nemico. Vivo secondo un codice speciale. Vivo con onore. Sono
nato per essere un guerriero!”
In
quest’ora della storia, che ci piaccia o no, questo è tutto ciò che dobbiamo
essere, e se siamo lì, ecco come siamo. E se non siamo ancora lì, faremmo
meglio a darci da fare e a seguire il programma.
Il Padre era un guerriero; ha tirato su figli che erano dei
guerrieri, ed essi cercano di trasmettere questo a noi. Così io cercherò di
essere il più possibile vicina a questo. Questo è quello che voglio essere. Non
voglio dire tante cose e frasi fatte, ma penso veramente che se posso lasciarvi
qualcosa, è che dovete amare come un guerriero, non potete dormire a meno che
non sappiate che il re è in pace; non potete mangiare a meno che non sappiate
che la sua pancia è piena.
Preghiamo:
Padre Celeste, caro Padre, perdonami (lacrime) perché non
sono abbastanza per quello di cui hai bisogno adesso, e desidero così tanto mettermi
nei panni della nostra Vera Madre, la Vera Madre Kang che ha lasciato tutto
alle spalle in Corea. Lei ha lasciato tutto, Padre; lei non voleva la fama o la
gloria, e nemmeno il riconoscimento. Voleva essere dovunque il Padre aveva
bisogno che lei fosse, e Padre, lei ha raggiunto quell’onore; è arrivata a
stare in quella posizione. Ti prego, noi preghiamo come donne di emularla e di
essere così incredibilmente serie riguardo il suo ruolo e che lei ha deciso nel
profondo del suo cuore di essere quella Regina guerriera.
Padre noi preghiamo tanto che, in quest’ora della storia,
come uomini e donne, fratelli e sorelle, e, Dio volendo, come re e regine, noi resisteremo,
non ci ritireremo e indietreggeremo mai e poi mai; noi non ci arrenderemo mai
come quelli che stanno cercando una guida, ma saremo noi quelli che forniscono
una guida e offriranno ispirazione agli altri.
Padre, preghiamo che, come Tuoi figli, i Tuoi veri figli,
saremo quelli che raccoglieranno, adotteranno e incarneranno il mantello dei Tuoi
veri figli, i Tuoi figli che non hanno paura di nulla che Satana possa
scagliare contro di noi, e non permetteremo mai e poi mai a quel bastardo di
governarci.
Non gli permetteremo mai di farci perdere la nostra
posizione; non gli permetteremo mai di rovesciare il dominio su di noi, e non
gli permetteremo mai di moltiplicare il male nel nostro cuore, nelle nostre
famiglie e nelle nostre vite, in modo che ogni cosa della caduta sia rovesciata
e ogni miseria sia riportata di nuovo a Te. Noi non lasceremo che accada,
Padre!
Ti preghiamo con tutto il nostro cuore che possiamo diventare
i figli di cui Tu hai bisogno. Padre, abbiamo bisogno di essere forti, abbiamo
bisogno di essere assolutamente fermi nel nostro impegno di realizzare il Regno
dei Cieli… Il Festival è a ottobre, Padre, e noi non rinunceremo mai a far sì
che sia completo successo, perché dobbiamo cambiare la cultura per diventare
realmente i veri figli che hanno trasformato la cultura del Regno di Satana in
una cultura della sovranità di Dio.
Oh Padre, per favore aiutaci a capire chi siamo e cosa siamo.
Ti prego sii con ognuno dei miei fratelli e sorelle qui, re e regine che
combattono per fare la Tua volontà, che non si arrendono mai, Padre. Preghiamo
di non rinunciare mai, preghiamo che non rinunceremo mai e poi mai!
Per favore Padre, ti chiedo di benedire ciascuna famiglia qui
presente, che possiamo tutti diventare la tua vera famiglia, in modi che
possano renderti orgoglioso di noi, Padre. Vogliamo veramente renderti
orgoglioso!
Padre, ancora grazie per questo momento. In quest’ora della
nostra storia noi preghiamo che non ti deluderemo, non ti disonoreremo, non ti
faremo vergognare.
Così di nuovo ti chiedo che le Tue benedizioni si riversino
su di loro, e che essi tengano la testa alta alla tua presenza, Padre, in modo
che quando andremo a stare di fronte ai santi e ai saggi della storia, potremo
stare a testa alta, e quando andremo nella casa del nostro Vero Padre e della
nostra Vera Madre, non avremo mai bisogno di abbassare il capo per la vergogna.
Grazie, Padre, ancora grazie.
Offro questa preghiera e riporto questo nel nome e nell’amore
di tutte le famiglie benedette centrali qui nella comunità del Santuario. Aju!
Aju! Aju!
Questa testimonianza
è stata registrata nella camera dell’ospedale dove Lesa è ricoverata, all’Orange Regional Medical Center in
Middletown, NY.
Lesa è una sorella americana che ha servito il Vero Padre per tanti anni, lavorando specialmente nella scuderia di Barrytown, prendendosi cura di Hyo Jin Nim. La sua commovente testimonianza è preziosa perché ci aiuta a capire il cuore del Padre e a riflettere su aspetti della sua vita e della sua famiglia che conosciamo poco o forse per nulla. Ora che il Padre è nel mondo spirituale, testimonianze del genere ci aiutano a sentire il Padre più vicino e penso che siano importanti soprattutto per la seconda generazione e le generazioni a venire che non hanno mai potuto conoscere il Padre quando era vivo.
Lesa è ricoverata in ospedale perché è malata di cancro. Ha lottato con questa malattia per tanti anni, ma è una coraggiosa guerriera che non demorde e dalla quale c’è tanto da imparare.
Le Parole del Padre, ascoltate da Lesa mentre il Padre parlava ai seminaristi dell'UTS:
"Tutte le persone dovrebbero prima imparare a parlare più lingue, poi,
dovrebbe imparare a cavalcare e il terzo dovrebbe imparare a sparare con le pistole.
Se fai queste tre cose, allora, sarai in grado di relazionarti facilmente con chiunque nel mondo; dalla più alta nobiltà a tutti i livelli della società."
La vita di Lesa è stata modellata da queste parole e si è dedicata a insegnare agli altri a fare queste cose.
Era convinta che imparare a vivere una "vita benedetta" non si imparasse solo in aula, ma in relazione con il mondo che Dio ha creato specialmente negli ambiti specifici dell'insegnamento del Padre".
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