The Kingdom of Life
Hyung Jin Moon – 5 giugno 2016
Parte 1
Parte 1
Oggi parleremo del “Regno della Vita”. Non è un luogo comune, dove parleremo
di come avere una psicologia del regno nella vita. Non è una sorta di auto-aiuto
come nella New Age; vogliamo guardare il regno dal punto di vista del vangelo
di Marco.
Abbiamo letto alcune parti del vangelo di Matteo e, come ricorderete,
abbiamo studiato il regno dei cieli. Ora, quando parliamo di Marco e di Luca,
la Bibbia si riferisce al regno dei cieli come al regno di Dio. Il regno dei cieli
sulla terra e il regno di Dio sono lo stesso luogo, ma questa volta lo
approfondiremo attraverso i vangeli di Marco e di Luca.
Tanto per recapitolare, vi ricordate perché parliamo così tanto del regno? Molti
cristiani non leggono la Bibbia. Ascoltano quello che dicono le loro
denominazioni. Se venite dalla chiesa cattolica, ascoltate quello che dice la
chiesa cattolica; oppure ascoltate quello che dice la chiesa episcopale o la
chiesa battista. Ascoltiamo quello che dicono le chiese o le denominazioni. Ma
il vero compito del cristiano è comunicare e interagire con la Parola di Dio. In
pratica è leggere la Bibbia e interagire con essa. Se guardiamo la Bibbia, Gesù
ci dice molto chiaramente che ogni giorno dobbiamo pregare per il regno. Come
cristiani - il cristiano è colui che è in Cristo - dobbiamo pregare per questo ogni
giorno.
Matteo 6:9-13 9Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia
santificato il tuo nome; 10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra. 11Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 12rimetti
a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, 13e non ci
indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Guardiamo il primo versetto: “Padre nostro che sei nei Cieli, sia
santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà”. Dobbiamo
pregare ogni giorno che il Suo regno venga sulla terra. Così, persino quando
Cristo insegnò ai suoi discepoli come dovevano pregare, disse loro di pregare per
il regno.
Matteo 6: 31-33 31 Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che
cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i
pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate
prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date
in aggiunta.
Cosa dice Gesù ai suoi discepoli di cercare prima di tutto? “Cercate prima
il regno”. I duemila anni di storia cristiana hanno parlato del vangelo e della
salvezza come la croce. Questo è l’insegnamento standard del vangelo cristiano.
Il vangelo è la croce. Ma in effetti, quando leggete la Bibbia, diventa molto
chiaro a cosa si riferisce esattamente Gesù quando parla del vangelo. Qui in
questo passo dice: “Cercate prima il regno di Dio e la Sua giustizia e tutte
queste cose vi saranno date in aggiunta”.
Matteo 7:21 21 Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei
cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Gesù parla di quelli che lo chiamano “Signore, Signore” e proclamano di
aver fede in lui, dicendo che questo tipo di persone non entreranno nel regno.
Non entrerà nel regno chi dice solo Signore, Signore, ma chi fa la volontà del
Padre mio che è nei cieli. Quando guardiamo le Scritture, cosa vediamo che è la volontà del Padre? “Venga il Tuo regno. Sia
fatta la Tua volontà”.
Matteo 10: 5 -7 5 Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: Non
andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi
piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. 7E strada facendo,
predicate che il regno dei cieli è vicino.
Matteo 11:11 “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più
grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è
più grande di lui”.
Luca 4:42-43 42 Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le
folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne
andasse via da loro. 43 Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio
anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
Gesù sta dicendo: “Io sono stato mandato per predicare il regno di Dio
anche in altre città”. Gesù dice che è stato mandato allo scopo di predicare il
regno di Dio. Vedete? “Bisogna che annunzi il regno di Dio in altre città; per
questo sono stato mandato”. Non ha detto che è stato mandato per morire sulla
croce. Ha detto che è stato mandato a predicare, che deve predicare il regno.
Così per duemila anni di storia cristiana, in ogni generazione, abbiamo
pensato che il vangelo o il motivo per cui Gesù è venuto era per morire. Ma
come potete vedere nelle parole riportate da Luca, Cristo stesso dice: “Io sono
stato mandato allo scopo di predicare il regno”. È molto chiaro. Inoltre dice
ai suoi discepoli di pregare per il regno tutti i giorni. Pregate ogni giorno perché
venga il regno.
Matteo 4:23 “Gesù andava per tutta la Galilea, insegnando nelle loro
sinagoghe e predicando il vangelo del regno e curando ogni sorta di malattie e
di infermità nel popolo”.
Gesù andava per tutta la Galilea predicando quale vangelo? Il vangelo della
croce? No, il vangelo del regno. Vangelo in greco è la parola “euangelion” che
significa buona novella”. Regno è la parola “Basilia” che viene da “Basileus” che
significa re. Quindi Gesù andava per tutta la Galilea insegnando nelle loro
sinagoghe e predicando il vangelo del regno.
La maggior parte dei cristiani che amano Gesù, che vogliono servirlo e seguirlo,
non interagiscono con la Bibbia, non leggono la parola di Dio. Forse l’ascoltano
soltanto. Naturalmente la fede viene anche attraverso l’ascolto. Sappiamo che
la nostra fede aumenta ascoltando la Parola, ma nello stesso tempo siamo
chiamati a leggere la parola, ad avere un rapporto con essa. E la parola è
molto chiara: predicare il vangelo del regno.
Marco 1:14-15 14 Gesù si recò in Galilea, predicando il vangelo del regno di
Dio e dicendo: 15 «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; pentitevi e
credete nel vangelo».
Di nuovo, in che modo Gesù definisce il vangelo? Lo definisce come il regno
di Dio. Questa è la ragione per cui lui è mandato; questo è quello che ha
detto. E ancora: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Pentitevi e
credete nel vangelo”. Quale vangelo? Il vangelo del regno.
Questo è piuttosto scioccante se siete cresciuti nella fede cristiana e sentite
queste cose per la prima volta; probabilmente rimarrete sconcertati, perché non
è quello che ci dicono le nostre denominazioni. Naturalmente qui nella Sanctuary
Church nessuno nega il potere della salvezza e la grazia di Dio attraverso la
croce. Tuttavia, quando Gesù parla di “euangelion”, parla del vangelo del regno.
Egli stesso dice “il vangelo del regno”. “Il tempo è compiuto e il regno di Dio
è vicino. Pentitevi e credete nel vangelo”. È proprio qui nella Scrittura,
sotto il naso di tutti.
Matteo 9:35 “Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi,
insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno”.
Vedete, noi associamo il vangelo alla croce, ma la Bibbia non lo fa,
specialmente Gesù. Gesù associa il vangelo al regno. Questo è un problema, un
grosso problema. Se Gesù associa il vangelo, la buona novella, al regno, allora
quelli che sono in Cristo devono associare il vangelo al regno. Ed è lì,
versetto dopo versetto, nei passi in cui parla Gesù stesso.
Matteo 24:14 E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il
mondo, in testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.
Questo vangelo della crocifissione? Questo vangelo della resurrezione? Vedete
come è provocatorio! “Questo vangelo del regno - ecco cosa dice - sarà
predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti; allora verrà la
fine”. La fine arriva quando il vangelo di Gesù Cristo, il vangelo del regno di
Dio, è predicato ancora una volta. Quanti cristiani buoni e puri di cuore, pregano
perché venga il regno? Noi qui, quando facciamo l’addestramento nelle arti
marziali con i giovani, recitiamo il Padre Nostro. Dopo ogni sessione, quando abbiamo
finito di allenarci a combattere, recitiamo di nuovo il Padre Nostro. Normalmente,
quando pensiamo a tutte quelle cose, non ci concentriamo nemmeno sul fatto che stiamo
pregando affinché venga il regno, ogni giorno. Non ci pensiamo neanche, ci
perdiamo subito dopo quel versetto: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti…” Ce ne siamo già dimenticati! Ma in realtà
dovremmo anticipare la venuta del regno.
Riflettete. Se siete cresciuti in una famiglia cristiana, cattolica,
episcopale, battista, metodista, o qualunque essa sia, vi è stato detto che il
vangelo è la nascita, la crocifissione, la morte, la sepoltura e la
resurrezione. Attraverso il processo della morte e della resurrezione di
Cristo, c’è la salvezza. È vero, lo capiamo. Ma Gesù, come vedeva il vangelo,
cosa diceva che era il vangelo? Lo diceva tutte le volte, ripetutamente:
“Questo vangelo del regno”. Basileus, basilia. E quando ci siamo addentrati in
Matteo, avete visto quante volte parla del regno di Dio? Ricordate tutte quelle
parabole che abbiamo studiato negli ultimi due mesi? Una parabola dopo l’altra.
La stragrande maggioranza degli insegnamenti di Cristo riguarda il regno. Eppure
noi non sentiamo parlare del suo vangelo; questo è il motivo per cui tante
volte la chiesa sta morendo. Così, il vangelo che Gesù insegnava e per il quale
era stato mandato, è il vangelo del regno. Quando sarà predicato, allora verrà
la fine.
Ora passiamo al capitolo 4 del vangelo di Marco. Qui vediamo una
ripetizione di quello che abbiamo visto in Matteo 1, in due sezioni. Leggiamo
insieme questo brano; ci focalizzeremo su due parabole, anche se in realtà qui ce
ne sono quattro.
Marco 4:1-20 1 Gesù si mise di nuovo a insegnare presso il mare. Una gran
folla si radunò intorno a lui. Perciò egli, montato su una barca, vi sedette
stando in mare, mentre tutta la folla era a terra sulla riva. 2 Egli insegnava
loro molte cose in parabole, e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate: un
seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la
strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. 5 Un'altra cadde in un suolo
roccioso dove non c’era molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno
profondo; 6 ma quando il sole si levò, fu bruciata e, non avendo radice,
inaridì. 7 Un'altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed
essa non fece frutto. 8 Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto,
che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per
uno». 9 Poi disse: «Chi ha orecchi per udire oda». 10 Quando egli fu solo, quelli
che gli stavano intorno con i dodici lo interrogarono sulle parabole. 11 Egli
disse loro: «A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli
che sono di fuori, tutto viene esposto in parabole, affinché: 12 "Vedendo,
vedano sì, ma non discernano; udendo, odano sì, ma non comprendano; affinché
non si convertano, e i peccati non siano loro perdonati"». 13 Poi disse
loro: «Non capite questa parabola? Come comprenderete tutte le altre parabole? 14 Il
seminatore semina la parola. 15 Quelli che sono lungo la strada sono coloro nei
quali è seminata la parola; e quando l'hanno udita, subito viene Satana e porta
via la parola seminata in loro. 16 E così quelli che ricevono il seme in luoghi
rocciosi sono coloro che, quando odono la parola, la ricevono subito con gioia;
17 ma non hanno in sé radice e sono di corta durata; poi, quando vengono
tribolazione e persecuzione a causa della parola, sono subito sviati. 18 E altri
sono quelli che ricevono il seme tra le spine; cioè coloro che hanno udito la
parola; 19 poi gli impegni mondani, l'inganno delle ricchezze, l'avidità delle
altre cose, penetrati in loro, soffocano la parola, che così riesce
infruttuosa. 20 Quelli poi che hanno ricevuto il seme in buona terra sono coloro
che odono la parola e l'accolgono e fruttano il trenta, il sessanta e il cento
per uno».
Questa è la prima parabola. Poi prosegue:
Marco 4:21-34 21 Poi diceva ancora: «Si prende forse la lampada per metterla
sotto il vaso o sotto il letto? Non la si prende invece per metterla sul
candeliere? 22 Poiché non vi è nulla che sia nascosto se non per essere
manifestato; e nulla è stato tenuto segreto, se non per essere messo in luce. 23 Se
uno ha orecchi per udire oda». 24 Diceva loro ancora: «Badate a ciò che udite.
Con la misura con la quale misurate sarete misurati pure voi; e a voi sarà dato
anche di più; 25 poiché a chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto anche quello
che ha». 26 Diceva ancora: «Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel
terreno, 27 e dorma e si alzi, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e
cresce senza che egli sappia come. 28 La terra da se stessa porta frutto: prima
l'erba, poi la spiga, poi nella spiga il grano ben formato. 29 Quando il frutto
è maturo, subito il mietitore vi mette la falce perché l'ora della mietitura è
venuta». 30 Diceva ancora: «A che paragoneremo il regno di Dio, o con quale
parabola lo rappresenteremo? 31 Esso è simile a un granello di senape, il quale,
quando lo si è seminato in terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono
sulla terra; 32 ma quando è seminato, cresce e diventa più grande di tutti gli
ortaggi; e fa dei rami tanto grandi, che all'ombra loro possono ripararsi gli
uccelli del cielo». 33 Con molte parabole di questo genere esponeva loro la
parola, secondo quello che potevano intendere. 34 Non parlava loro senza parabole;
ma in privato ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Abbiamo visto passi simili della Scrittura in Matteo, specialmente quello
in cui Gesù spiega la parola che è data, i semi che sono seminati: alcuni
cadono sul terreno roccioso, altri cadono su un terreno non profondo, alcuni
tra le spine e alcuni sul terreno buono. L’abbiamo visto prima e ne abbiamo
parlato nel contesto del regno. Ricordate, Gesù dice che il regno di Dio è
simile a questo. Usa degli esempi per spiegare un regno, non qualcosa di
individuale. Di solito, nella teologia cristiana e nel ministero pastorale, la
maggior parte delle persone interpreta queste cose come delle lezioni personali.
Gesù, ha parlato del seme di senape, vuol dire che dovete credere in voi
stessi, avere fede nel granello di senape, che può smuovere le montagne. E lo
collegano alla Scrittura.
Ma Gesù lo esprime molto chiaramente; in tutte queste parabole egli
descrive il regno di Dio, non parla semplicemente di cose individuali, parla di
un vero e proprio regno. Ma al tempo di questo insegnamento, come tutti sapete,
Gesù viveva in un regno satanico; viveva nell’impero romano, che era un regno
pagano, satanico. Così, in quella società, tutti conoscevano soltanto quel tipo
di regno satanico, dove il re governa su tutti come un tiranno e in pratica
possiede tutta la terra, mentre i vassalli, i governatori romani, ne possiedono
piccole parti. Sono come dei piccoli feudi, e sono tutti centralizzati facendo
capo a Roma. Roma è il centro del mondo.
Questo è il regno, l’impero sotto cui vivono. È un regno satanico, un regno
che si oppone a Dio. Perciò, anche se Gesù parla del regno, la gente non può
capire. La loro realtà è agli antipodi di quello che sta spiegando. È come
cercare di spiegare la libertà a un comunista. Le persone che sono sempre
vissute in un sistema comunista, hanno subìto per tutta la vita l’indottrinamento
della propaganda comunista: come il governo centralizzato le serve, è il loro
papà, è perfetto per loro, e loro ne hanno bisogno. Sapete come è difficile
parlare di libertà a chiunque è cresciuto in uno stato comunista! Pensano che la
libertà sia essere sotto il dominio di una potenza centralizzata.
Dunque Gesù parlava in parabole. I personaggi della parabola non sono reali;
quando parla del seminatore non c’è un vero e proprio contadino che semina i
semi. Il punto è che Gesù sta parlando di un regno, sta dicendo che quel regno
è così.
Abbiamo parlato di questo studiando il vangelo di Matteo, quando Gesù raccontava
questa particolare parabola, spiegando il terreno roccioso, il terreno poco
profondo, le spine etc. Ricordate che alla fine, là dove il seme è piantato in
un terreno buono, ci sono quelli che portano frutto trenta, sessanta o cento
volte. Perché questa differenza? Perché non producono tutti lo stesso frutto? Ricordate?
Ne abbiamo già parlato circa un mese fa. Nel regno, che è fondato sull’amore di
Dio, il cui dono è la libertà e la responsabilità e dove i comuni cittadini
sono coeredi con Cristo, significa che persino un normale cittadino è un re. È
un regno alla rovescia, qualcosa che non riusciamo a immaginare perché in quasi
tutte le civiltà occidentali siamo diventati schiavi delle classi politiche
dominanti. In tutto il mondo vediamo che c’è una classe dominante e una classe popolare.
Così non riusciamo neanche a immaginare che ci sarà un regno dove le
persone saranno coeredi con Cristo e governeranno letteralmente con lui.
Saranno dei re in quella nazione. È una nazione di re dove c’è la sovranità del
Re dei Re. È un regno capovolto, che è agli antipodi del mondo satanico perché
il mondo di Satana fa continuamente la stessa cosa noiosa: tirannia,
oligarchia, socialismo e comunismo. La stessa cosa stupida, noiosa e miserabile
ad ogni generazione. Distrugge totalmente il destino umano e la vita dell’umanità.
Vediamo questo in ogni generazione; non cambia mai, è sempre la stessa cosa, gli
stessi cicli di tirannia, la stessa propaganda con il socialismo, il comunismo
e l’oligarchia, lo stesso sistema. Si arriva sempre allo stesso punto. Un paio
di famiglie che dominano tutto. E noi sappiamo che queste società crollano
sempre.
Sappiamo che l’America è arrivata al livello di perfezione dello stadio di
crescita, si è avvicinata al livello del regno. Ci si è avvicinata tantissimo
dando al mondo libertà e responsabilità. Ma sappiamo che, a causa del peccato
della schiavitù, si è aperto il processo dell’emendamento e che attraverso questo
processo la costituzione americana è stata distrutta. Questo è il motivo per
cui ora non viviamo più in uno stato libero o in una repubblica come avrebbe
dovuto essere; ci siamo degradati a democrazia e - se studiate la storia - le
democrazie storicamente crollano sempre finendo per diventare delle oligarchie.
Roma era una repubblica, un governo rappresentativo, ma poi diventò una
democrazia, il potere delle masse, che si trasformò in un’oligarchia. Questo è
il modello della storia. Le democrazie sono solo dei sistemi politici
transitori, non durano mai, portano sempre all’oligarchia.
Lo vediamo anche qui in America. Ora ufficialmente siamo riconosciuti come
un’oligarchia. Non siamo nemmeno più una democrazia e mi pare di avervi
mostrato alcuni articoli in cui la BBC ha riportato questo. Ora i sociologi ci considerano
un’oligarchia, dove poche famiglie dominanti governano la legislazione, le
leggi della nazione. Siamo governati da poche mega-corporazioni; ci siamo
talmente allontanati dai diritti individuali e dal fatto che i cittadini sono
sovrani. Questo è stato perduto in America. Ma nella Cheon Il Guk non c’è
nessun processo di emendamento. Quando la legge del cielo viene sulla terra,
gli uomini non hanno il potere di cambiarla, perché quando cercano di
cambiarla, fanno sempre un pasticcio e vengono risucchiati nella trappola del
socialismo, del comunismo e dell’oligarchia, una noiosa tirannide. Questo è
tutto ciò che fanno.
Parte 2
Parte 2
Cosi è la situazione:
RispondiElimina"Così non riusciamo neanche a immaginare che ci sarà un regno dove le persone saranno coeredi con Cristo e governeranno letteralmente con lui. Saranno dei re in quella nazione. È una nazione di re dove c’è la sovranità del Re dei Re. È un regno capovolto, che è agli antipodi del mondo satanico perché il mondo di Satana fa continuamente la stessa cosa noiosa: tirannia, oligarchia, socialismo e comunismo. La stessa cosa stupida, noiosa e miserabile ad ogni generazione. Distrugge totalmente il destino umano e la vita dell’umanità. Vediamo questo in ogni generazione; non cambia mai, è sempre la stessa cosa, gli stessi cicli di tirannia, la stessa propaganda con il socialismo, il comunismo e l’oligarchia, lo stesso sistema. Si arriva sempre allo stesso punto. Un paio di famiglie che dominano tutto. E noi sappiamo che queste società crollano sempre."
Interessante:
RispondiElimina"Dunque Gesù parlava in parabole. I personaggi della parabola non sono reali; quando parla del seminatore non c’è un vero e proprio contadino che semina i semi. Il punto è che Gesù sta parlando di un regno, sta dicendo che quel regno è così."